No Vax, oggi scade il periodo di tolleranza. Due milioni di multe da 100 euro in arrivo
La pacchia sembrava cominciata, e invece è già finita: nonostante gli annunci, da oggi i No Vax over 50 che non hanno adempiuto all’obbligo vaccinale in vigore fino al 15 giugno scorso (1.9 milioni di persone, scrive La Stampa) riceveranno una multa di 100 euro, firmata dall’Agenzia della riscossione. O almeno questo è quello che ci si aspetta, a meno che l’Agenzia non decida di temporeggiare per qualche tempo in attesa di una eventuale norma che congeli le sanzioni. La multa dovrebbe colpire non solo gli anti-vaccinisti tout court, ma anche chi dopo la prima dose non ha fatto la seconda nei tempi previsti o ha fatto trascorrere più di sei mesi da quest’ultima senza fare il booster. La data di oggi, 30 novembre, segna infatti la scadenza dei 180 giorni fissati per giustificare il mancato adempimento all’obbligo vaccinale, per motivi sanitari o perché nel frattempo si era contratto il Coronavirus. A nulla è servito dunque il tentativo della Lega, che ha provato a congelare le sanzioni fino al 30 giugno presentando ieri un emendamento al decreto sui rave party. Calcolando però male i tempi: il provvedimento arriverà solo il 12 dicembre all’aula del Senato per poi tornare alla Camera prima di essere convertito in legge.
Troppo tardi, dunque, per dare seguito agli annunci in pompa magna dei mesi passati: il congelamento alla prossima estate non ha trovato spazio né nell’emendamento al decreto Aiuti ter, nè all’Aiuti quater, e nemmeno in una delle sanatorie incluse nel pacchetto fiscale della manovra. Dietro questo immobilismo, ipotizza La Stampa, potrebbero esserci ragioni politiche, con una premier che deve aver preferito evitare accuse di revisionismo sul Covid proprio mentre il ministro della Salute Schillaci si appresta ad avviare il rilancio della campagna vaccinale. Oppure motivazioni burocratiche, legate a una minoranza che ha già ricevuto e pagato gli avvisi di contestazione e che avrebbe dovuto essere risarcita per non creare una disparità di trattamento. Cancellando retroattivamente un obbligo sancito per legge, e creando così un problema giuridico e costituzionale.
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