Migranti, denunciati politici Ue al tribunale dell’Aja per gli accordi con la Libia: ci sono anche Salvini e Piantedosi
Politici italiani ed europei potrebbero essere coinvolti in un’inchiesta della Corte penale internazionale per «molteplici e gravi privazioni della libertà personale», commesse nel Mediterraneo centrale e in Libia. A rivelarlo è il Guardian che aggiunge come tra i presunti corresponsabili risulterebbero esponenti politici come gli ex ministri dell’Interno Matteo Salvini e Marco Minniti, ma anche l’attuale inquilino del Viminale Matteo Piantedosi, l’ex capo della politica estera Ue Federica Mogherini e ancora l’ex direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri e l’attuale e l’ex primo ministro di Malta. Tutti citati – riporta il quotidiano britannico – per aver cospirato con la guardia costiera libica in relazione ai respingimenti illegali dei migranti che tentano di attraversare il Mar Mediterraneo verso l’Europa.
La denuncia della Ong
La denuncia penale, presentata all’Aja dal Centro europeo per i diritti costituzionali e umani (Ecchr), con il supporto di Sea-Watch, accusa gli esponenti politici di aver commesso crimini «contro l’umanità» tra il 2018 e il 2021, durante le operazioni di intercettazione delle navi nel Mediterraneo e i conseguenti respingimenti dei migranti iniziati nel febbraio 2017 quando il governo italiano ha stretto un accordo con la Libia per finanziare, equipaggiare e addestrare la sua guarda costiera al fine di intercettare e riportare le navi nello Stato del Nordafrica. Marco Minniti, che al momento dell’accordo era ministro dell’Interno, – e tra le persone citate nella denuncia – ha affermato al Guardian di «non sapere nulla della vicenda». «All’epoca, – ha sottolineato Minniti, citato dal quotidiano britannico – l’accordo era stato firmato dal presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni, e dal suo omologo, Fayez al-Sarraj. Quindi, da tutti i registri, sembra che io non sia il firmatario». Mentre i portavoce di Salvini, ministro degli Interni nel 2018-2019 e Piantedosi, ex capo di gabinetto negli stessi anni e attuale inquilino del Viminale – riporta il giornale – si sono rifiutati di commentare la denuncia.
L’accordo Italia-Libia
Il Memorandum Italia-Libia approvato nel 2017 e che costerebbe all’Italia 13 milioni di euro, è stato rinnovato per altri due anni nel 2020 e di nuovo all’inizio di questo mese per un anno. Come parte della sua denuncia, il gruppo tedesco per i diritti umani ha presentato prove che documentano 12 incidenti in cui sono state intercettate imbarcazioni di profughi nel Mediterraneo, comprese fotografie aeree e intercettazioni radio che indicano una collusione tra le autorità europee e le guardie costiere libiche. Se l’Aia dovesse accettare la denuncia, i politici e i vari funzionari elencati potrebbero essere chiamati a comparire davanti al principale organo giudiziario delle Nazioni Unite. Sebbene i funzionari delle agenzie dell’Ue godano generalmente dell’immunità in relazione ai procedimenti legali per atti compiuti in “veste ufficiale”, un accordo tra la Corte penale internazionale e la Commissione europea consentirebbe la revoca della stessa in determinate circostanze.
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