L’ex società di Santanché salda i debiti col fisco, i pm rinunciano al fallimento per Visibilia
Visibilia Editore, la società fondata dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè, ha saldato tutti i debiti con il fisco, pari a circa 1,4 milioni di euro. Di conseguenza, la Procura di Milano ha rinunciato all’istanza di fallimento dell’azienda, da cui Santanchè si è dimessa dalla carica di presidente in seguito alle indagini per bancarotta e falso in bilancio. Sono quattro le società del gruppo che fa capo alla senatrice di Fratelli d’Italia. Si tratta di: Visibilia Editore, Visibilia Concessionaria, Visibilia holding e Visibilia srl in liquidazione. Per la prima, è arrivata oggi la rinuncia all’istanza di fallimento. Per le altre tre, invece, i giudici milanesi hanno rinviato i procedimenti a febbraio e marzo del prossimo anno, in attesa di un loro riassetto economico. «Per la società più importante, la Editore, la Procura ha rinunciato all’istanza di liquidazione giudiziaria, avendo verificato che sono stati estinti integralmente i debiti con l’Agenzia delle Entrate», ha spiegato l’avvocato delle società Salvatore Sanzo. «Sulle altre tre società, per le quali è cominciata una operazione di risanamento, abbiamo concordato dei rinvii. Nel frattempo – ha aggiunto il legale – si risistemerà tutto quanto».
Le indagini
Qualora venissero sistemati i conti di tutte le società, si chiuderebbe il capitolo fallimentare della vicenda. Sul fronte penale, però, rimangono aperte le indagini sul falso in bilancio, reato contestato dai pm a Santanchè e ad altre persone che hanno ricoperto il ruolo di amministratori. Per quanto riguarda Visibilia Concessionaria, che aveva un patrimonio netto negativo di circa 2 milioni di euro, pare che nelle casse della società siano stati versati 2 milioni di euro da rapporti intrasocietari, a cui si aggiunge un aumento di capitale di altri due milioni. Questo dovrebbe permettere all’azienda di saldare i conti con l’Erario. Per Visibilia Srl in liquidazione, invece, potrebbe arrivare una proposta di accordo per la ristrutturazione del debito. Santanchè è stata presidente del gruppo fino al 13 gennaio scorso, ma i primi accertamenti delle forze dell’ordine risalgono al 2016. Tutto era partito da un esposto presentato il 9 giugno scorso da nove soci di minoranza di Visibilia. Gli stake holders avevano denunciato «il più che fondato sospetto che gli amministratori, in violazione dei loro doveri, abbiano compiuto gravi irregolarità nella gestione, arrecando danno alla società, al corretto funzionamento del mercato, nonché agli azionisti».
Leggi anche:
- A chi ha venduto le sue quote del Twiga Daniela Santanchè? Al compagno e a Briatore
- Daniela Santanchè: «Ho venduto le quote del Twiga ma non dico a chi. Le mance detassate faranno emergere il gettito»
- Daniela Santanchè, Visibilia e la storia del pasticcio con i fondi della Cig Covid
- Debiti con il fisco e stato d’insolvenza: cosa c’è nell’indagine su Visibilia e Daniela Santanchè
- Santanché «indagata per bancarotta e falso in bilancio», l’avvocato smentisce. Intanto la Procura chiede il fallimento per la sua società
- Daniela Santanchè: «Tengo le quote del Twiga ma sulle deleghe alle concessioni balneari decide Meloni» – Il video
- Il conflitto d’interessi di Daniela Santanchè al Turismo: «Pronta a lasciare le deleghe sulle spiagge»