Vicenza, è morto Davide Rebellin: l’ex campione di ciclismo travolto in bici da un camion
È morto in sella alla sua bicicletta mentre si allenava l’ex campione di ciclismo Davide Rebellin, rimasto vittima di un incidente stradale nel Vicentino. Il 51enne è stato urtato e travolto da un camion vicino allo svincolo autostradale di Montebello Vicentino. L’uomo alla guida del camion non si sarebbe accorto dell’urto con il ciclista e avrebbe quindi proseguito il suo viaggio. Secondo una prima ricostruzione dell’incidente, il mezzo pesante uscendo da una rotatoria avrebbe colpito e travolto il campione in sella alla sua bicicletta, causandone la morte sul colpo. I Carabinieri stanno setacciando le immagini delle telecamere di sicurezza di un ristorante accanto al luogo dello schianto, per poter individuare targa e modello del mezzo e individuare l’autista del mezzo. A riconoscere la bici del campione è stato il fratello di fratello di Rebellin, Carlo, che dopo aver appreso la notizia di un incidente che ha visto coinvolto un ciclista travolto da un mezzo pesante nella zona di Montecchio, si è subito recato subito sul posto dell’impatto e ha riconosciuto la bici del fratello, accartocciata. Rebellin aveva deciso di concludere la sua carriera nel ciclismo professionale a 51 anni, solo un mese fa: «Smetto. Però non so se smetto, se smetto davvero. Di gareggiare sì, ma con la bicicletta non si smette mai. Io, almeno, credo di non smettere mai». Nato a Verona, Rebellin aveva vinto una Amstel Gold Race, tre edizioni della Freccia Vallone e una tappa del Giro d’Italia conquistata a 43 anni. È stato argento ai Giochi di Pechino, ma la medaglia gli fu revocata dopo che risultò positivo a un controllo antidoping.
Nibali: «Uno choc, chi va in bici rischia ogni giorno»
Anche Vincenzo Nibali, ex compagno di nazionale di Rebellin, ha voluto mandare un messaggio attraverso i suoi profili social: «Rimango tremendamente scioccato nell’apprendere questa triste notizia. Che la terra ti sia lieve, R.I.P. Davide». Commentando l’accaduto all’Ansa, Nibali ha dichiarato: «Non ci volevo credere quando l’ho saputo, ed è stato un vero choc. Era una persona vera, molto tranquillo e un grande professionista e sapere che è morto così mi colpisce davvero, ma conferma che chi va in bici rischia ogni giorno. La sicurezza sulle strade è un obiettivo da perseguire a tutti i costi». E il campione conclude: «Anche a me anni fa è capitato di essere “stretto” dal rimorchio di un camion in una curva, durante un allenamento. Mi è andata bene, perché sono stato solo sfiorato, ma la sensazione di terrore l’ho ancora ben presente».
Le reazioni nel mondo del ciclismo
Dopo l’annuncio della morte di Rebellin, il mondo del ciclismo ha reagito con sgomento alla notizia. Il presidente di Federciclismo, Cordiano Dagnoni, ha dichiarato: «La scomparsa di Davide ci ferisce profondamente per ben due motivi. Prima di tutto perché una tragica notizia vede coinvolto ancora una volta un ciclista. Pur non conoscendo ancora bene le dinamiche dell’incidente, è evidente che ancora molto bisogna fare in questo Paese riguardo la cultura del rispetto». E Dagnoni ha proseguito: «Ci tengo a sottolineare che il nostro sport vive sulla strada, soprattutto in occasione degli allenamenti. È da tempo che la Federazione sollecita le istituzioni ad intervenire con provvedimenti adeguati. Poi perché tocca un componente della nostra grande famiglia, che ci ha entusiasmato con le sue imprese e che ha corso nel gruppo fino ad un mese fa. La bicicletta era la sua vita, anche adesso che aveva deciso di smettere, ed è un destino beffardo quello che l’ha travolto. bIl mio pensiero va, in questo momento, ai suoi cari, ai quali rivolgo un commosso abbraccio a nome mio personale, di tutto il CF, e della grande famiglia del ciclismo».
Davide Cassani, storica figura della nazionale di ciclismo italiano, ha voluto ricordare il campione scomparso: «È incredibile e atroce perdere la vita così, travolto da un camion un mese dopo aver smesso di correre da professionista. Non si era mai visto un ciclista correre per 30 anni: Davide era la passione per il ciclismo fatta persona. È paradossale perdere la vita un mese dopo aver smesso di correre, sono veramente triste. Ho corso insieme a lui per due anni, lui debuttò insieme a Marco Pantani e si è visto subito che andava forte. Nel ‘93 arrivai terzo a una gara in Veneto, e i primi erano due ragazzi che conoscevo poco: Armstrong e Rebellin». Nel pomeriggio, a Milano, si sarebbe dovuta svolgere la presentazione della Maglia Rosa del Giro d’Italia 2023, ma l’evento annullato dopo la notizia della morte di Rebellin.
Le reazioni della politica
Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha voluto rendere omaggio a Rebellin, dichiarando: «Il ciclismo veneto perde una delle sue figure storiche, un esempio di atleta e di uomo andato ben oltre la sua pur strepitosa carriera agonistica. Spero che il suo esempio di passione possa essere seguito dai ragazzi che, a vario livello, si cimentano con lo sport del pedale. Lo sport veneto per antonomasia. Il dramma di Davide lascia un segno profondo in tutti noi, in chi ama lo sport, in chi ha visto in lui il campione da sostenere sempre e comunque – ha aggiunto il governatore -. Alla sua famiglia e a tutti coloro che gli hanno voluto bene rivolgo le mie più sentite condoglianze». In serata anche la premier Giorgia Meloni, in un tweet, ha voluto ricordare il campione scomparso: «Sono turbata e rattristata dalla notizia della tragica scomparsa di Davide Rebellin, ciclista italiano che tante emozioni ha regalato agli amanti dello sport nella sua lunga carriera da professionista, conclusasi lo scorso 16 ottobre a 51 anni. Condoglianze alla famiglia».
November 30, 2022