Il giorno del giudizio sull’obbligo vaccinale. In arrivo la sentenza della Corte Costituzionale – Il video
Quasi due milioni di sanzioni. Questo è quello che i non vaccinati da Covid-19 per scelta si dovranno aspettare da oggi 1 dicembre. La scadenza dei 180 giorni fissati per giustificare il mancato adempimento all’obbligo vaccinale farà scattare le misure per docenti, operatori sanitari, forze dell’ordine e over 50 che non hanno aderito alla campagna vaccinale con multe pari a 100 euro a testa. Friuli Venezia Giulia, Calabria e Abruzzo si aggiudicano in ordine il primato dei territori che riceveranno più multe di tutti, con un numero maggiore di No vax over 50. Puglia, Lazio, Toscana e Molise sono invece tra le regioni più virtuose con il 90% di vaccinati nella fascia tra i 50 e i 59 anni. Mentre le lettere cominciano ad essere spedite la Corte Costituzionale in queste ore è impegnata a decidere sulla legittimità dell’obbligo vaccinale introdotto con decreto legge lo scorso aprile 2021 e la sospensione dal lavoro e dalla retribuzione per chi non lo ha rispettato. Dopo la maxi-udienza svolta ieri a Palazzo della Consulta che ha visto i giudici tornano a riunirsi in queste ore per concludere l’esame delle questioni di legittimità, sollevate con 11 ordinanze da diversi uffici giudiziari.
Sinagra azzittito dalla presidente Sciarra
E proprio dalla maxi udienza di poche ore fa arrivano delle immagini che continuano a destare non poche polemiche. Nel video diffuso sui social viene ripreso un momento dell’audizione presso la Consulta in cui la presidente della Corte Costituzionale Silvana Sciarra toglie la parola all’avvocato Augusto Sinagra. «Ho percepito subito un clima per così dire di insofferenza nei miei confronti che poi ha portato ad un inevitabile “scontro” tra me e la Presidente Prof.ssa Silvana Sciarra», racconta Sinagra. «Al di là delle continue interruzioni che ho subito, mi è stato precluso di depositare un’istanza scritta di rinvio per potere avere conoscenza di quanto le altre parti presenti nell’interesse di altri intervenienti avessero dedotto sul punto», continua l’avvocato. I video circolanti sul web mostrano le diverse interruzioni da parte di Sciarra, fino ad arrivare al momento della messa a tacere dopo il riferimento dell’avvocato a un articolo apparso il 28 novembre scorso su La Stampa, «secondo cui l’obbligo vaccinale tutela i diritti costituzionali», firmato da tale Donatella Stasio, «fino al mese scorso responsabile per le Comunicazioni della Corte costituzionale». Sinagra messo a tacere ha comunicato in una nota «la violazione dell’art. 117 e 111 della Costituzione, oltre che dell’art. 24 che garantisce i diritti e le prerogative della difesa». Dai social non poche le reazioni: «Da questi pochi frammenti di video si sa già come andrà a finire», commentano alcuni utenti riferendosi alla decisione attesa della Corte.
«I non vaccinati privati della dignità sociale»
Durante l’udienza i No vax sono tornati a far sentire la loro voce con una protesta proprio davanti la Consulta. Gridando alla libertà di autodeterminazione, una cinquantina di manifestanti sono scesi in strada con il tricolore al collo. Nel frattempo dentro il Palazzo della Consulta una quarantina di avvocati sono intervenuti contro il decreto 44 del 2021 che ha introdotto l’obbligo di vaccino. Hanno parlato dei loro assistiti come cittadini «privati della possibilità di lavorare e sopravvivere» e «traditi dallo Stato che ha imposto un ricatto: o ti vaccini o sei fuori dalla società». La discussione è andata avanti con il racconto dei limiti vissuti dai non vaccinati per scelta, «calpestati nella loro dignità sociale, messi in condizione di non assicurare il pane ai propri figli». Gli avvocati hanno parlato poi dell’assenza di benefici per la collettività, «visto che il vaccino anti Covid non solo non ha impedito la diffusione dei contagi, ma ha avuto anche effetti collaterali gravi e anche mortali con 29 decessi, solo in Italia, accertati come correlati alla campagna vaccinale». Nel giudizio Costituzionale resteranno però solo gli avvocati di chi ha visto in parte riconoscere le proprie ragioni dai cinque uffici giudiziari: i tribunali di Brescia, Catania e Padova, il Tar della Lombardia e il Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione Siciliana che con 11 ordinanze, hanno chiesto la pronuncia della Corte. Casi che hanno al centro una psicologa, sospesa dal servizio nonostante svolgesse la sua attività prevalentemente da remoto, uno studente e altri lavoratori che lamentavano un trattamento peggiore di quello riservato a chi è sospeso per ragioni disciplinari. Dall’altra parte invece la richiesta dei rappresentati dell’Avvocatura dello Stato che invocano la conferma della legittimità dell’obbligo vaccinale per Covid-19, «misura disposta nel pieno rispetto degli insegnamenti della Corte Costituzionale».
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