Roma, Gualtieri: «Termovalorizzatore entro estate 2026». E Schifani chiede di costruirne due in Sicilia
«L’impianto dovrà essere operativo nell’estate del 2026, forse anche prima». Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha fissato il cronoprogramma che porterà la capitale d’Italia ad avere un nuovo impianto per lo smaltimento dei rifiuti. Specificando le modalità della manifestazione di interesse per realizzarlo, ha detto che essa avrà «una durata di 90 giorni e chiederà l’utilizzo di tecnologie di ultima generazione e quindi che tutelano l’ambiente». In Campidoglio, nel corso della presentazione dell’approvazione definitiva del piano rifiuti dopo la conclusione della Valutazione ambientale strategica, il primo cittadino ha sottolineato che l’impianto sarà realizzato con «un sistema di project financing su un terreno che sarà concesso da Ama – ai costruttori -, a titolo oneroso». L’area individuata per stabilirvi l’impianto è quella di Santa Palomba, Municipio IX, a Sud della capitale: «L’ordinanza che presentiamo oggi – primo dicembre – stabilisce l’apertura della manifestazione di interesse per la realizzazione di un termovalorizzatore da 600 mila tonnellate in un’area industriale di dieci ettari a Santa Palomba», ha sintetizzato Gualtieri.
Intanto, dalla Sicilia, il presidente della Regione Renato Schifani ha invocato anche per il suo territorio la costruzione di due impianti di questo genere. «In Sicilia sono indispensabili due termovalorizzatori, uno nella parte occidentale e uno in quella orientale. Grazie alle nuove tecnologie avanzate, peraltro, si tratterebbe di impianti idonei a trasformare i rifiuti in energia, salvaguardando al contempo la collettività dal rischio inquinamento». Schifani ha annunciato che chiederà al governo «l’approvazione della cosiddetta “norma Gualtieri”, voluta per Roma. È vergognoso – ha concluso – sperperare denaro pubblico per trasportare rifiuti all’estero – ribadendo comunque la necessità – di un ulteriore sforzo per incrementare la raccolta differenziata, soprattutto nelle città metropolitane rimaste a una percentuale ancora poco soddisfacente».
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