Il sondaggio segreto in mano al Cremlino: «Oltre la metà dei russi vuole la pace con l’Ucraina»
Ad oltre nove mesi dall’inizio dell'”operazione speciale” in Ucraina, la Russia appare sempre più stanca della guerra. Non solo i suoi soldati al fronte, costretti a ripiegare di fronte alle avanzate ucraine, ritirandosi da nodi strategici e simboli come l’oblast di Cherson. Anche sul fronte interno, dentro l’opinione pubblica, cresce il disagio, quando non l’aperto dissenso rispetto alla continuazione dei combattimenti. Secondo la testata indipendente Meduza, un sondaggio “ad uso interno” commissionato dal Cremlino avrebbe restituito un panorama d’opinione sorprendente, in un Paese schiacciato dalla propaganda: il 55% dei cittadini russi si direbbe favorevole all’apertura di colloqui di pace con l’Ucraina, mentre solo uno su quattro si esprimerebbe esplicitamente a favore della prosecuzione della guerra. Un vero campanello d’allarme per il Cremlino, considerata la netta inversione di tendenza tra i russi rispetto a pochi mesi fa: nell’ultimo sondaggio dello stesso tenore realizzato a luglio, meno di un intervistato su tre si era detto a favore dei colloqui di pace, contro un maggioritario 57% a favore della guerra. Ad avvalorare le indicazioni numeriche del sondaggio condotto dal Servizio di protezione federale di Mosca (Fso), sottolinea Meduza, è il fatto che risultati del tutto simili siano stati forniti all’esito di una recente rivelazione del Levada Center, l’unico istituto demoscopico indipendente del Paese. Nel suo ultimo sondaggio sul tema, pubblicato il 1° novembre, emergeva un 57% di russi desiderosi di deporre le armi e avviare colloqui di pace con Kiev. Con un trend in netta crescita rispetto al mese precedente, quando a dirsi su tale linea era il 48% degli intervistati.
Il peso della mobilitazione
Secondo Denis Volkov, direttore del Levada Center, l’inversione di tendenza negli “umori” dei cittadini russi ha comunicato a percepirsi seriamente dopo la decisione del Cremlino di decretare la mobilitazione parziale per rinforzare i ranghi dell’esercito, annunciata da Vladimir Putin il 21 settembre. Difficile non abbiano poi pesato ulteriormente, nel proseguio dell’autunno, le notizie circolate anche dentro la Russia delle avanzate vincenti dell’esercito ucraino e delle ritirate – più o meno premeditate – di quello di Mosca. Come risponderà il Cremlino al malumore crescente nel Paese? Sul piano politico e militare, è presto per dirlo. Sul piano tecnico, secondo due fonti vicine al governo di Mosca citate da Meduza, semplicemente rarefacendo o smettendo del tutto di realizzare – e peggio anche di lasciar diffondere – sondaggi d’opinione. «In questi giorni si rischia di ottenere risultati di ogni genere: meglio non farli proprio», ha spiegato una fonte.
Foto: EPA/YURI KOCHETKOV
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