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Soumahoro, la difesa di un membro della Lega Braccianti: «Su di noi tante bugie, Aboubakar ci ha aiutati»

01 Dicembre 2022 - 18:17 Maria Pia Mazza
Il delegato sindacale Zarè Issa: «Qui perdiamo vite umane, non abbiamo tempo per metterci a litigare con i sindacati e a fare altro»

Il caso Soumahoro spacca non solo la politica, ma anche la Lega Braccianti fondata del parlamentare di Sinistra Italiana finito nell’occhio del ciclone per lo scandalo delle cooperative sociali nel Lazio gestite dalla moglie e dalla suocera. La Lega braccianti venne fondata il 12 agosto 2020 da Soumahoro stesso, assieme ad altri lavoratori della filiera del cibo «privati di diritti socio-sindacali e sottoposti a condizioni di segregazione fisica e sociale al fine di affermare la propria dignità». E Zarè Issa, attuale delegato sindacale della Lega Braccianti, ha deciso di prendere le difese di Soumahoro, spiegando che gli attacchi contro il fondatore dell’associazione «sono solo bugie legate alla politica». E Issa precisa: «Non esiste violenza nel campo di Torretta Antonacci (in provincia di Foggia, ndr), non c’è nessun esercito armato, siamo solo un’associazione che aiuta i braccianti, ci aiutiamo l’un latro». E il delegato della Lega braccianti ha voluto sottolineare che grazie alle battaglie di Soumahoro che «si è battuto per noi, perché prima di lui non avevamo neppure l’acqua potabile – osserva il sindacalista -, mentre oggi abbiamo anche i container dove dormire», i braccianti hanno «avuto finalmente un po’ di dignità».

E Issa ha voluto sottolineare che i i lavoratori della filiera del cibo nel Foggiano, inclusi quelli della Lega Braccianti «si svegliano alle tre del mattino e si spaccano la schiena per ore a lavorare nelle campagne, non hanno tempo di fare nulla di tutto quello di cui vengono accusati». Zarè Issa ha proseguito: «Soumahoro noi lo chiamiamo spesso e lui ci aiuta sempre. Anche quando è morto un ragazzo bruciato nell’incendio di una baracca nessuno di noi aveva i soldi per mandare la salma in Africa e lui immediatamente ci ha aiutato». Il riferimento è al caso di Yusupha Joof, il bracciante 35enne originario del Gambia morto in un incendio esploso di notte in una baracca a San Severo lo scorso 22 agosto. E Issa osserva: «Qui perdiamo vite umane, non abbiamo tempo per metterci a litigare con i sindacati e a fare altro». Quanto alle accuse rivolte contro la Lega Braccianti, tra cui spiccano quelle di caporalato e dall’affitto dei container ricevuti dalla Regione Puglia, Issa chiarisce e conclude: «Sono cose che non potremmo mai accettare. Quello che posso assicurare è che grazie ad Aboubakar abbiamo tutti una vita migliore».

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