Juve, Agnelli dopo “l’incontro riservato” con 6 club di Serie A: «Ci schiantiamo»
In un «incontro organizzato in via riservata» tra Andrea Agnelli e dirigenti di sei squadre di Serie A, oltre che alla presenza dei vertici della Lega calcio e Figc si sarebbe svolto il 22 settembre 2021 ed è citato in un passaggio della richiesta di custodia cautelare avanzata dalla procura di Torino lo scorso giugno, poi respinta dal gip. Il giorno dopo quell’incontro, l’ex presidente juventino avrebbe commentato: «Spero nasca qualcosa di utile, sennò ci schiantiamo pian pianino». Un episodio che accrescerebbe l’ipotesi che l’inchiesta partita dai bilanci della Juventus possa allargarsi ad altri club italiani e stranieri con cui i bianconeri avrebbero avuto rapporti di affari. Secondo la ricostruzione della procura, l’incontro si sarebbe svolto a Fiano, nel Torinese, nel parco della Mandria, alla presenza dell’ad dell’Atalanta, Luca Percassi, il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, l’ad dell’Inter, Beppe Marotta, il presidente del Cda del Milan, Paolo Scaroni, il vicepresidente dell’Udinese, Stefano Campoccia, e l’ad del Bologna, Claudio Fenucci. Nel dossier della procura è poi riportata la presenza del presidente della Lega calcio Serie A Paolo Dal Pino, e il presidente della Figc, Gabriele Gravina.
Il vertice
Intercettato al telefono il giorno dopo l’incontro, Angelli avrebbe raccontato testualmente: «Spero solo che da ieri sera… la presenza di Gabriele e Paolo era utile… Spero che nasca qualcosa perché sennò non so cosa fare, ne abbiamo parlato io e te quando ci siamo visti qua in ufficio. Adesso bisogna che questo elemento sia foriero di qualcosa di utile, perché sennò ci schiantiamo piano piano». I pm poi annotano che a margine della conversazione, l’ex presidente juventino ribadisce che «l’obiettivo fondamentale è aumentare i ricavi del calcio italiano».
Altre società nel mirino della procura
I pm torinesi starebbero valutando l’invio degli atti a colleghi in altre città, come ha anticipato il Corriere della Sera, così che altre procure possano avviare accertamenti contabili, innanzitutto sulla pratica delle plusvalenze di cui oltre alla Juve potrebbero aver abusato altre società. Già in passato la giustizia sportiva aveva indagato per esempio su Atalanta e Genoa, che avevano fatto affari con la Juve. Sospetti e accuse che la Juve ha cercato di respingere nella lunga nota in cui definisce le contestazioni della procura torinese «non fondate e non allineate, né quanto a presupposti, né quanto a conclusioni, con i rilievi contenuti nella delibera Consob del 19 ottobre 2022». La procura, spiega la Juve: «afferma l’artificialità di plusvalenze e la fittizietà delle rinunce stipendi, mentre Consob contesta un valore considerevolmente minore di plusvalenze, peraltro senza menzione di falso in bilancio, e non contesta l’efficacia giuridica delle rinunce stipendi, né, con specifico riguardo alla “manovra stipendi” 2020/2021, la natura giuridicamente non-vincolante delle scritture integrative in corso di negoziazione nell’aprile/maggio 2021».
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