L’esperto di diritto sportivo: «Cosa rischia la Juve? Anche la B, ma molto dipende dall’iscrizione al campionato»
L’avvocato Cesare Di Cintio, esperto in diritto sportivo, spiega cosa rischia la Juventus con l’inchiesta plusvalenze. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera Di Cintio corregge, o meglio precisa l’impostazione del legale Mattia Grassani, che ieri aveva parlato di rischio retrocessione puntando il dito sulla possibilità che le (presunte) violazioni abbiano inciso sull’iscrizione al campionato. «Partendo dal presupposto che al momento si tratta di ipotesi, se la falsificazione dei documenti o qualsiasi altra attività illecita ha permesso di iscriversi al campionato, c’è la penalizzazione in classifica, la retrocessione fino all’esclusione dal torneo. Se invece le condotte illecite non sono state determinanti, è prevista l’ammenda e l’inibizione dei dirigenti», spiega Di Cintio.
Le pene afflittive
Il legale parte dal presupposto che l’inchiesta della Figc sulla Juventus per le plusvalenze dal punto di vista sportivo si è già chiusa con un’assoluzione. «Potrebbe venire aperto un nuovo fascicolo. Oppure si potrebbe usare la revocazione. Ovvero n atto impugnatorio previsto dall’articolo 63 del codice di giustizia sportiva, simile alla revisione del penale. E in quel caso dovrebbe decidere la corte federale d’Appello», dice Di Cintio. Il quale però aggiunge che questa procedura rimane «molto complicata» e che invece potrebbe valere il principio Ne bis in idem: non si può essere processati due volte per lo stesso reato. Le sanzioni si applicano «di solito al campionato in corso, con il principio che devono essere afflittive. Per essere chiari: se un punto di penalizzazione ti esclude dalla qualificazione Champions si applica in stagione. Se non incide va applicato all’inizio del campionato successivo». E infine ricorda che c’è differenza tra la giustizia sportiva e quella penale. «In quella sportiva, che negli anni è migliorata molto come garanzie, è sufficiente che sia riconosciuta un’altissima probabilità che il soggetto abbia commesso l’illecito. Mentre in quella penale la condanna dev’essere per un fatto commesso al di là di ogni ragionevole dubbio», conclude.
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