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Pd, Schlein lancia la sfida: «Io fuori per l’arroganza di Renzi. No alla resa dei conti: serve una cosa nuova» – I video

Schlein ha criticato la divisione in correnti del Pd, che ne indebolisce il potere decisionale. «Non vogliamo delle correnti, ma un'onda nuova». Facendo ironia sulla difficoltà a pronunciare il suo cognome, la deputata ha assicurato: «Non ci saranno mai gli schleiniani»

«Io voglio diventare la segretaria del nuovo Partito Democratico assieme a voi. Se lo facciamo insieme io ci sono». È arrivato, alla fine, l’annuncio di Elly Schlein che si è candidata alla segreteria del Pd mentre al Monk di Roma si intonava Bella Ciao. C’era grande attesa per l’intervento della presidente del consiglio regionale dell’Emilia Romagna all’incontro “Parte da Noi“. Da tempo Schlein aveva lasciato intendere che si avrebbe potuto candidarsi alla segreteria del Partito Democratico, ma fino ad oggi non era arrivato l’annuncio ufficiale, anche se durante il suo discorso c’erano già degli indizi. «Prenderò la tessera del Pd per rispetto di questa comunità, per entrare in ascolto e in punta di piedi», ha dichiarato Schlein poco dopo aver annunciato la candidatura. «Sono disponibile ad accettare ogni esito del congresso e a lavorare dal giorno dopo per l’unità», ha aggiunto congratulandosi con gli altri candidati.

OPEN / Alessandro D’Amato | L’arrivo di Elly Schlein al Mok per l’evento “Parte da Noi”

Il Pd dell’ascolto e della partecipazione

«Parte da noi una storia nuova che possa costruire l’alternativa che merita questo Paese, ha detto Schlein aprendo il suo intervento». «Siamo qua per far partire un percorso collettivo per un contributo alla ricostruzione di un nuovo Pd di cui abbiamo bisogno», ha proseguito. «Questo processo costituente è un’occasione» ha detto la deputata dem. «Portiamo le nostre proposte. Non siamo qua per fare una partita da resa dei conti identitaria, ma per fare il nuovo Pd, tenere insieme la comunità e salvaguardare il suo pluralismo, le sue diversità, ma senza rinunciare a una identità chiara, comprensibile e coerente». «Siamo qua per ascoltare le elettrici e gli elettori. Siamo qui per ascoltarvi. Dite la vostra. In queste settimane mi metterò in viaggio, con lo zaino e il taccuino. Quello che siamo stati fino a qui non basta. Si parla tanto di nomi, ma bisogna far contare di più la base». Il percorso tracciato da Schlein parte da tre sfide: «disuguaglianze, clima e precarietà», ha annunciato citando i congedi parentali spagnoli e finlandesi di pari durata per padri e madri, e la riapertura disposta dal nuovo governo alle trivellazioni per l’estrazione del gas nel Mare Adriatico.

Le correnti del Pd: «Non ci saranno mai gli schleiniani», e attacca Renzi

Schlein ha criticato la divisione in correnti del Pd, che ne indebolisce il potere decisionale. «Non vogliamo delle correnti, ma un’onda nuova». «Da oggi ci mischiamo e ci organizziamo» ha annunciato al pubblico. Spiegando, poi: «Chi arriva da oggi arriva alla pari. Nessuno venga con l’idea di condizionare, venite liberi o non venite affatto, una scommessa sull’autonomia delle persone. Il partito non ha bisogno di essere immobilizzato, ma mobilitato, serve un rinnovamento forte del gruppo dirigente per scardinare le logiche di cooptazione correntizia». Facendo ironia sulla difficoltà a pronunciare il suo cognome, la deputata ha assicurato: «Non ci saranno mai gli schleiniani». A questo proposito, Schlein ha contestato Matteo Renzi, affermando di non essere entrata in Parlamento grazie al segretario di allora del Pd, ma grazie alla preferenze raccolte, affermando che il leader di Italia Viva ha invece compiuto «scelte scellerate», con un «atteggiamento arrogante», e «dopo avere umiliato chiunque avesse un’idea diversa», ha spinto Schlein fuori dal partito.

OPEN / Alessandro D’Amato | I momenti dopo l’annuncio della candidatura alla segreteria del Pd

L’attacco al governo

«Il governo Meloni ha già dimostrato il suo volto» ha dichiarato sul palco, menzionando una legge di bilancio che ha definito «contro i poveri». Schlein ha definito «inutile» una premier donna che non è femminista. «Non ce ne facciamo niente di una premier donna che non aiuta le donne», ricordando che «nella manovra si restringe l’Opzione donna e si differenziano le donne in base ai figli».

Foto e Video di Alessandro D’Amato

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