L’avvertimento di von der Leyen agli Usa: «I vostri sussidi generano concorrenza sleale. L’Ue è pronta a rispondere»
Mentre l’Unione europea è al lavoro su un pacchetto di sussidi di emergenza da erogare alle industrie ad alta tecnologia per la transizione verde, nelle capitali europee crescono i timori per le conseguenze sull’economia europea che potrebbero provenire dall’entrata in vigore dell’Inflation Reduction Act (IRA), la legge approvata lo scorso agosto dall’amministrazione Biden per accelerare la transizione verde dell’industria statunitense, che prevede lo stanziamento di 369 miliardi di dollari tra sussidi e agevolazioni fiscali. Un pacchetto che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2023 e che si teme potrebbe pesare come un macigno sulla competitività delle aziende europee. Dopo le rimostranze portate alla Casa Bianca nei giorni scorsi da Emmanuel Macron, oggi a farsi sentire è stata Ursula von der Leyen che ha rilanciato con forza i timori europei. A detta della presidente della Commissione Europea infatti, l’applicazione dell’IRA potrebbe portare «a una concorrenza sleale, a chiudere i mercati e frammentare le stesse catene di valore critiche, già messe alla prova dal Covid». Von der Leyen ha sottolineato che nei rapporti tra Usa e Ue sarà necessario «esaminare da vicino questi aspetti e, allo stesso tempo, capire cosa possiamo fare meglio». «L’Europa farà sempre ciò che è giusto per l’Europa», ha chiarito von der Leyen, e di conseguenza «l’Ue risponderà in modo adeguato e ben calibrato alla legge sull’inflazione degli Usa». La presidente della Commissione europea ha ammonito che la risposta europea all’IRA statunitense potrebbe condurre però a «una costosa guerra commerciale con gli Stati Uniti nel bel mezzo di una guerra vera e propria» (quella russa contro l’Ucraina) e «questo non è nel nostro interesse, né nell’interesse degli americani».
Proteggere l’alleanza Usa-Ue
Von der Leyen ha sottolineato che «la legge sulla riduzione dell’inflazione negli Usa dovrebbe farci riflettere su come migliorare i nostri quadri normativi sugli aiuti di Stato e adattarli a un nuovo ambiente globale». E proseguendo ha aggiunto: «Nel farlo dobbiamo considerare tre aspetti particolarmente impegnativi: primo, la logica del “Buy American” alla base di parte dell’IRA; secondo, le agevolazioni fiscali che potrebbero portare a discriminazioni e terzo, i sussidi alla produzione che potrebbero portare a una corsa ai sussidi». Ma la presidente della Commissione Europea ha altresì tentato di trovare una via per evitare l’inasprimento delle relazioni tra Usa e Unione europea. E così ha avanzato la proposta di creare un asse atlantico anti-Pechino tra Ue e Stati Uniti sul terreno delle materie prime. Von der Leyen, dopo aver osservato che «la produzione e la lavorazione di alcune delle materie prime critiche per la rivoluzione verde sono controllate da un unico Paese, la Cina» ha proposto a Washington di creare un’alternativa a questo monopolio di materie prime critiche assieme a Bruxelles. «L’idea alla base è semplice – ha osservato von der Leyen -. È sufficiente la cooperazione con partner e alleati per l’approvvigionamento, la produzione e la lavorazione (delle materie prime critiche), che ci darebbe la possibilità di superare il monopolio cinese».
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