In Italexit c’è chi vuole cacciare Gianluigi Paragone. E lui pensa a un partito personale
Gianluigi Paragone deve fronteggiare qualche problema interno in Italexit. Dopo aver mancato la soglia del 3% necessaria per eleggere parlamentari, nel movimento del giornalista c’è maretta. Il Corriere della Sera racconta che c’è chi vorrebbe persino sfiduciarlo. Ma lui replica punto per punto: «Chi dice che arrivare al 2% in un anno è un insuccesso non capisce nulla di politica». Mentre annuncia al quotidiano le sue due prossime mosse. La prima sarà commissariare tutti i quadri locali che contestano la sua leadership. La seconda sarà fondare un nuovo partito con il suo nome: “Per l’Italia con Paragone”. «In alcuni casi è stata messa in discussione la mia linea, in altri c’è una rivolta dei circoli provinciali. In generale servono persone nuove, più esperte per questa nuova fase. La base? Speravano di avere in mano il biglietto vincente della lotteria per il Parlamento. E quando è andata male hanno iniziato a contestare. Piagnucolano. I militanti non si stracceranno le vesti per chi fa i capricci». Mentre il cambio di nome è necessario perché «il partito si identifica con la mia leadership».
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