Manovra, anche l’Ufficio di bilancio critica l’innalzamento del tetto al contante e il Pos a 60 euro: «Indebolita lotta all’evasione e al riciclaggio»
Dopo le critiche da parte di Bankitalia, anche l’Ufficio parlamentare di Bilancio ha espresso le proprie perplessità e osservazioni critiche su alcune misure contenute nella Legge di Bilancio del governo Meloni. L’Upb ha espresso criticità soprattutto in relazione alla proposta di innalzamento al tetto dei pagamenti in contante a 5.000 euro, così come la proposta di accettare pagamenti con carta di credito o con servizi digitali soltanto sopra i 60 euro, senza il rischio di incorrere in sanzioni. Una soglia che è raddoppiata rispetto ai 30 euro proposta nella prima stesura del testo della manovra. A tal proposito Lilia Cavallari, presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, nell’audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, ha dichiarato che l’introduzione di queste misure «allentano due vincoli che possono contribuire a contrastare l’evasione fiscale e il riciclaggio», sottolineando che «misure volte a limitare l’utilizzo del contante potrebbero svolgere un ruolo positivo sia nella lotta conto l’evasione, sia contro il riciclaggio di denaro». Ma non solo. Pur osservando che, nel complesso, la Manovra «conferma una valutazione positiva sull’impegno a ridurre il rapporto tra debito pubblico e il Pil», al contempo viene evidenziato che nella Legge di bilancio «sono presenti alcune misure le cui quantificazioni risultano piuttosto incerte, con riferimento, per esempio, alle stime del gettito derivante da definizione agevolata del contenzioso, sia dal lato degli impieghi, come nel caso della Flat tax incrementale sugli autonomi».
Cavallari ha infatti espresso dure critiche verso la Flat tax con tetto a 85mila euro e che secondo le stime dell’Ufficio di bilancio permetterà ai liberi professionisti di risparmiare più di 13mila euro sulle tasse rispetto a un lavoratore dipendente con lo stesso reddito. Questo però causerà «squilibri sulla base dei principi di equità orizzontale del prelievo – ha osservato Cavallari -. Due contribuenti che nel 2023 conseguono lo stesso reddito, l’uno aumentando il reddito dell’anno precedente e l’altro mantenendo un livello di reddito invariato, sono sottoposti a una tassazione diversa senza che questo sia giustificato da una diversa capacità contributiva». E la presidente dell’Upb ha anche sottolineato che il vantaggio fiscale derivante dalla Flat tax andrà soprattutto alle persone con reddito alto, perché «i criteri impliciti derivanti dall’applicazione del regime determinano una selezione tale per cui i soggetti che aderiscono appartengono per oltre il 77% al 10% dei contribuenti con reddito da lavoro più elevato». Cavallari ha inoltre espresso forti dubbi anche sulla quantificazione di alcuni impieghi e soprattutto delle coperture, sottolineando che la relazione tecnica non quantifica «gli effetti che le misure che incidono sui meccanismi di monitoraggio, accertamento e riscossione delle imposte potranno avere sul livello di compliance, e quindi sul livello delle entrate future».
Critiche anche sul fronte delle pensioni, in particolare rivolte al sistema di indicizzazione nelle rivalutazioni, che secondo il dossier del governo prevede un adeguamento automatico provvisorio per il 2023, pari al 7,3%, che verrà corrisposto a partire dal 1 gennaio 2023, e per cui è previsto un ricalcolo trimestrale anziché annuale. Cavallari ha osservato che «rispetto alle persone attive sul lavoro hanno, i pensionati hanno meno possibilità di difendersi dall’inflazione, e pertanto il mantenimento del loro potere di acquisto è affidato quasi esclusivamente all’indicizzazione». Per le quote delle pensioni calcolate con le regole contributive, «il rallentamento o il congelamento anche temporaneo della rivalutazione è da considerarsi alla stregua di un’imposta: se viene indebolita la regolare indicizzazione ai prezzi anno per anno, alla fine il pensionato riceve, come rendita, meno di quanto gli spetterebbe. Le regole sulla rivalutazione dovrebbero quindi rimanere il più possibile stabili». Osservazioni critiche anche sul capitolo sanità. Oltre alla criticità dell’aumento dell’indennità di pronto soccorso – che dovrebbe essere introdotta nel 2024 – Cavallari ha sottolineato la «mancanza di indicazioni sui contratti del pubblico impiego», evidenziando che la Flat tax con tetto a 85mila euro «potrebbe contribuire a incentivare l’opzione per la libera professione nel privato». Il tutto mentre «si diffondono forme contrattuali diverse dal lavoro dipendente, mediate da cooperative, con aumenti dei costi e un impatto sfavorevole sull’organizzazione dei servizi».
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