Mondiali di regime, quando era l’Italia a farla sporca – Il libro
L’Italia in questi mondiali che si avviano alla fase più “calda” non c’è. E mentre la discussione sulla gara andata in scena in un paese non democratico come il Qatar non accenna a fermarsi, c’è chi riporta alla memoria quanto accadeva negli anni ’30 con protagonista Mussolini. Come l’Italia riuscì a trionfare nei mondiali del 34 e del 38, utilizzando le vittorie per tenere in piedi la propaganda del regime è il tema dell’ultimo libro del giornalista politico del Secolo XIX, Giovanni Mari, “Mondiali senza gloria”, edito da People. «Mussolini doveva assicurarsi la vittoria dei suoi campioni, a ogni costo, per rafforzare la sua falsa narrazione. Quindi, per prima cosa promise alla Fifa un fiume di soldi per l’organizzazione dei Mondiali, anche se le casse del governo erano già state svuotate, nonostante la campagna sull’estinzione del debito. Poi pagò la nuova sede alla federazione greca, che in cambio rinunciò a giocare la sfida diretta per la qualificazione al campionato», racconta Mari in particolare a proposito del mondiale del 34. Anche in campo, gli episodi da Var delle squadre guidate da Vittorio Pozzo furono tanti. Abbiamo provato a riassumerli, per ricordare i più clamorosi.
Il Var sull’Italia nei mondiali del 1934
- Quarto di finale Italia-Spagna: l’arbitro Baert perdona i gravissimi falli degli italiani, che picchiano per tutta la partita; Ferrari segna il gol del vantaggio partendo da posizione di netto fuorigioco e mentre Meazza carica il portiere Zamora; l’arbitro annulla un gol di Lafuente, sostenendo di aver fischiato il fuorigioco prima del tiro, ma davanti a lui c’erano tre difensori azzurri: il gol era regolare. Il quarto di finale finisce 1-1 e va ripetuto.
- Ripetizione del quarto di finale Italia-Spagna: l’arbitro Mercet non vede i fallacci degli azzurri, gli spagnoli mostrano le ferite al pubblico e finiscono in 9. Il gol decisivo di Meazza è viziato da una serie di falli sul portiere da parte di Guaita e Demaria; mentre l’atterramento brutale di Bosch in area azzurra da parte di Monzeglio non è sanzionato con il rigore. Annullato per un fuorigioco inesistente il pareggio spagnolo di Rigueiro, annullato senza spiegazioni anche il gol di Campanal. L’Italia vince 1-0.
- Semifinale Italia-Austria. Il gol del vantaggio azzurro è irregolare e favorito da una doppia carica di Meazza e di Ferrari sul portiere Platzer, che rimane a terra. Per tutta la partita gli italiani picchiano duro gli austriaci, il campione Sindelar non riesce più a correre. L’arbitro Eklind nega due rigori piuttosto evidenti agli austriaci e su un lancio lungo verso Zischek, liberissimo, tocca addirittura il pallone indirizzandolo verso gli italiani. Finisce 1-0.
- Baert e Eklind, arbitri che favorirono sfacciatamente l’Italia ai Mondiali del 1934, tornando in patria dopo il torneo sono sospesi dalle loro associazioni nazionali perché considerati non all’altezza di dirigere incontri di calcio.
Gli episodi del 1938
- Ottavo di finale Italia-Norvegia: l’arbitro tedesco Beranek annulla il gol del vantaggio norvegese a pochi minuti dal termine e senza dare spiegazioni, sostenendo di aver fischiato prima che Brustad avesse scoccato il tiro. Ai supplementari l’Italia vinse 2-1
- Semifinale Italia-Brasile: i due gol azzurri sono viziati da altrettanti falli. Piola spinge e sposta Domingos permettendo a Colaussi di colpire di testa; il rigore per un presunto atterramento di Piola è contestato dai brasiliani, che poi ne chiederanno l’annullamento e la conseguente ripetizione della partita. L’arbitro non cambia idea: 2-1 per l’Italia.
Foto in evidenza: la squadra italiana del 1938 con l’allenatore Pozzo
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