Il ministro Nordio alla Camera sulle intercettazioni: «Basta porcherie, combatterò fino alle dimissioni»
La diffusione «pilotata e arbitraria» di intercettazioni è una «porcheria: non è civiltà, libertà, è una deviazione dei principi minimi di civiltà giuridica su cui questo ministro e’ disposto a battersi fino alle dimissioni». Il Guardasigilli Carlo Nordio in audizione in Commissione Giustizia della Camera ha spiegato le linee programmatiche del suo ministero per le riforme della giustizia. «Qualcuno ha detto che mi sono scatenato contro i pubblici ministeri, ma figuriamoci se uno che ha fatto il pm per 40 anni può scatenarsi contro i suoi colleghi. Potete immaginare che io possa volere una soggezione del pm al potere esecutivo? È quasi un insulto. La separazione delle carriere non è soggezione all’esecutivo», ha detto Nordio. «Quando si parla di separazione delle carriere, di discrezionalità dell’azione penale, di differenza tra giudice del fatto e giudice del diritto non si tratta di ideologia o di aspirazione metafisiche ma di introdurre un sistema coerente. E noi abbiamo un sistema ordinamentale penalistico incoerente perché poggia su pilastri incompatibili tra di loro», ha continuato. Per il ministro della Giustizia «questo ha comportato un vulnus a una serie di diritti individuali, primo dei quali la presunzione di innocenza che continua ad essere vulnerale in vari modi, primo è l’uso eccessivo e strumentale delle intercettazioni, la loro oculata selezione con la diffusione pilotata, e l’azione penale capricciosa». Infine: «Un altro elemento è l’uso strumentale delle informazioni di garanzia». E la carcerazione preventiva: «La custodia cautelare non può essere lasciata al vaglio di un giudice singolo». Meglio devolvere la competenza a un «organo collegiale, come correttivo a tante carcerazione ingiustificate».