La difesa di Conte: «Smantellare il reddito aggraverà la povertà. Meloni mi ha insultato e ora mi imputa le minacce»
Il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha seguito la prima della Scala a Milano con un gruppo di famiglie in difficoltà nella sala dell’Opera Cardinal Ferrari. L’ex Avvocato del Popolo è finito al centro delle polemiche sul reddito di cittadinanza. Molti esponenti del centrodestra lo hanno chiamato in causa per la vicenda del disoccupato di Siracusa che ha minacciato la premier Giorgia Meloni e sua figlia. E lui oggi risponde in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. «Chi ci accusa è in malafede. È una polemica strumentale», dice ad Emanuele Buzzi. «Con il Movimento cerchiamo di interpretare il disagio delle persone e di offrire delle risposte. Il reddito di cittadinanza nasce da questa consapevolezza della necessità di un sistema di protezione sociale». Poi contrattacca: «Smantellarlo significa aggravare la difficoltà, la frustrazione delle persone. Accusare noi di fomentare un clima d’odio è un’azione di sciacallaggio che non ha neppure nessun fondamento logico».
Conte replica all’accusa di sciacallaggio: «Meloni durante la mia presidenza usò parole insultanti e forti nei miei confronti, lo stesso Crosetto le usa adesso. Meloni nei miei riguardi si è espressa con un labiale che non è mai stato chiarito. Veniamo insultati e addirittura ci vogliono imputare delle minacce. Mi sembra un meccanismo completamente capovolto». Il leader M5s si riferisce a un labiale carpito alla premier durante il dibattito sulla fiducia alla Camera. La presidente del Consiglio ha fatto sapere all’epoca a Open di aver detto «Che meriti!», ma l’episodio non è stato mai chiarito. Infine, sul modo di fare l’opposizione: «Noi non poniamo l’accento solo sul reddito di cittadinanza: ne facciamo un problema di sistema. Parliamo delle paghe da fame e quindi del salario minimo, parliamo di un ceto medio impoverito a sostegno del quale occorreva un taglio del cuneo fiscale più sostanzioso, siamo contro il precariato selvaggio che impedisce di coltivare progetti di vita e che fa precipitare nell’incertezza soprattutto donne e giovani».
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