Cosa farà il governo Meloni sul Mes: Forza Italia e Lega contrarie alla ratifica
Dopo la decisione della corte di Kahlsruhe l’Italia è l’unico paese che non ha ratificato il Meccanismo Europeo di Solidarietà (Mes). E, spiega oggi La Stampa, nel quartier generale del Mes c’è il sospetto che l’Italia cerchi un pretesto per fermarsi. Anche se nel frattempo le ratifiche non si fermeranno: la Croazia da gennaio entrerà a far parte dell’Eurozona e quindi dovrà votare sul fondo per il salvataggio degli Stati. Le nuove regole sono state negoziate durante il governo Conte I. L’esecutivo M5s-Pd ha dato il via libera definitivo. Il governo Draghi non è mai riuscito ad arrivare alla ratifica. Proprio per l’opposizione di Lega e Movimento 5 Stelle. Perché, secondo le tesi dei critici, con le nuove regole sarà più facile ristrutturare il debito dei paesi in difficoltà.
L’opposizione interna al centrodestra
Ma, spiega il quotidiano, l’opposizione interna al centrodestra adesso affila le lame. E il Carroccio ha trovato una sponda in Forza Italia. Ufficialmente le linee di Palazzo Chigi e di via XX Settembre coincidono: «Vediamo se e quando il presidente della Repubblica tedesca firmerà la ratifica. Poi decideremo». In realtà Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti stanno soltanto rinviando il problema. Una mozione di maggioranza approvata a Montecitorio dieci giorni fa, il 30 novembre, impegna il governo «a non varare il disegno di legge di ratifica del Mes alla luce dello stato dell’arte della procedura in altri Stati membri e della relativa incidenza sull’evoluzione del quadro regolatorio europeo». Il governo fa sapere che resta contrario all’utilizzo del Mes. Quindi può dare l’ok ma non chiedere gli aiuti. In Fi invece, aggiunge il quotidiano, il no al Mes è un pallino di Silvio Berlusconi. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, dal vertice di Alicante riassume così lo scontro: «La mia forza politica ha espresso la sua riserva sul regolamento del Mes. In particolare per quanto riguarda il mancato controllo da parte del Parlamento europeo. È una riforma poco europeista. Ci sono riserve e perplessità da parte della maggioranza».
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