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La svolta storica degli Usa sulla fusione nucleare

12 Dicembre 2022 - 09:55 Redazione
fusione nucleare
fusione nucleare
Domani l'annuncio del Dipartimento: ottenuta più energia di quella necessaria per innescare un processo di fusione

Il Washington Post scrive che il Dipartimento dell’Energia Usa annuncerà domani una svolta storica sulla fusione nucleare. Gli scienziati sono stati in grado di produrre per la prima volta una reazione di fusione che genera più energia di quella necessaria per innescarla. Si tratta di un passo avanti fondamentale nella ricerca per l’utilizzo dell’energia atomica da fusione. Per il quotidiano è «una pietra miliare nella decennale e costosa ricerca per sviluppare una tecnologia che fornisca energia illimitata, pulita ed economica». Ovvero il «Santo Graal» dell’energia senza emissioni di carbonio che gli scienziati hanno inseguito sin dagli anni Cinquanta.

La scoperta

La scoperta sarebbe stata fatta dagli scienziati del Federal Lawrence Livermore National Laboratory in California. Secondo alcune fonti in possesso dei dati preliminari di analisi dell’esperimento citate dal Financial Times, nella struttura del governo statunitense la fusione nucleare realizzata grazie al laser più grande al mondo ha prodotto intorno ai 2.5 megajoules di energia. Ovvero circa il 120% dei 2.1 megajoules di energia utilizzati. Se i dati venissero confermati, sarebbe una scoperta epocale. La fusione nucleare potrebbe contribuire a produrre energia a zero emissioni con scorie che non richiedono un lungo periodo di tempo per lo smaltimento. Sentito dal quotidiano, il fisico Arhur Turrel ha affermato: «Se questa scoperta sarà confermata, stiamo testimoniando un momento storico».

La differenza tra fusione e fissione

La fusione è una tecnica diversa rispetto alla fissione attualmente utilizzata nelle centrali nucleari: Quest’ultima prevede la rottura dei legami dei nuclei atomici pesanti per recuperare energia. La fusione è il processo opposto: due nuclei atomici leggeri ne creano uno pesante. In questo caso due isotopi dell’idrogeno danno origine all’elio. L’impianto dell’esperimento è composto da quasi 200 laser che mirano a un punto minuscolo con alti livelli di energia per avviare la reazione.

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