Consiglio Ue, le comunicazioni di Meloni: «Ci vuole più Italia in Europa e non viceversa»
Giorgia Meloni è in Aula alla Camera per le consuete comunicazioni ai parlamentari sul Consiglio europeo di giovedì 15 dicembre. È arrivata con venti minuti di ritardo rispetto all’orario previsto, tant’è che il presidente di Montecitorio, Lorenzo Fontana, ha dovuto sospendere l’Aula in attesa dell’arrivo della presidente del Consiglio. «Non mi era mai capitato nella mia vita. Siamo stati trattati un po’ da camerieri. Non è un problema solo di educazione, ma anche di rispetto istituzionale», ha protestato il deputato del Terzo polo Roberto Giachetti. «Vorrei sapere se negli ultimi decenni l’Aula è stata sospesa per venti minuti senza motivazione perché il presidente del Consiglio non era ancora arrivato. Conoscendovi, perché siete capaci di tutto, direte che è colpa del traffico». Appena ha preso la parola, Meloni si è rivolta subito a Giachetti ed effettivamente si è appellata al traffico: «Mi scuso con il collega e con l’Aula, sono stata io a chiedere di rinviare la discussione per un motivo oggettivo di traffico. Non avevo previsto quello che ho trovato stamattina. Non ho detto che è colpa di Gualtieri, ho detto che c’era il traffico, poi ognuno trarrà le sue conclusioni».
Il rapporto tra Roma e Bruxelles
Poi, la presidente del Consiglio ha iniziato a leggere la relazione: «Non è stato un caso che il mio primo viaggio all’estero fosse presso le istituzioni dell’Ue. È stata una scelta che muoveva dalla convinzione e dalla consapevolezza che alla prova dei fatti non sarebbe stato difficile dimostrare quanto la realtà del governo fosse distante da un certo racconto disfattista e interessato fatto all’estero e la convinzione che l’Italia possa e debba giocare un ruolo da protagonista in Europa, avendo come stella polare la difesa dell’interesse nazionale». Meloni, poi, ha spiegato come vuole interpretare il rapporto tra Roma e Bruxelles: «Il nostro obiettivo, piuttosto che più Europa in Italia, è più Italia in Europa, come si conviene a una grande Nazione fondatrice». E ha aggiunto: «Non bisogna limitarsi a ratificare le scelte a valle, ma contribuire a determinarle a monte. Indirizzare l’integrazione europea verso un approccio più attento ai cittadini, alle famiglie e alle imprese. E abbiamo tutte le carte in regola per dare un contributo autorevole».
La guerra in Ucraina
Il primo argomento affrontato da Meloni dopo l’introduzione è quello dell’aggressione russa in Ucraina. «L’Italia, stato fondatore sia dell’Alleanza Atlantica sia dell’Europa, farà la sua parte: l’Europa deve essere unita contro l’aggressione russa, non abbiamo cambiato idea, le nostre convinzioni non cambiano se siamo al governo o all’opposizione», ha detto il capo del governo. E ha ribadito «un impegno verso la causa ucraina che, fino dall’inizio, abbiamo sostenuto a 360 gradi, in coerenza con lo sforzo dell’Ue, della Nato e delle nazioni a noi vicine. Il governo ribadisce il pieno appoggio a Kiev in tutte queste dimensioni. Piaccia o no a chi, per certi versi comprensibilmente, vorrebbe voltarsi dall’altra parte, il conflitto in Ucraina ci riguarda tutti, per questo con convinzione e a viso aperto continueremo a impegnarci per ogni sforzo diplomatico utile per la cessazione dell’aggressione russa».
Consegna armi del quinto pacchetto entro dicembre
«Lo spazio di manovra per il cessate il fuoco appare oggi assai limitato, ma l’Italia appoggerà in ogni caso gli sforzi in proposto. L’Unione europea deve assumere su questo fronte un ruolo più incisivo a beneficio dell’intero continente». La presidente del Consiglio ha ringraziato esplicitamente la Polonia per l’impegno nell’accoglienza dei profughi ucraini, esprimendo anche fierezza per la solidarietà italiana. «Al di là della facile propaganda sulla pace – ha aggiunto Meloni -, cessate il fuoco ha due sole condizioni possibili: che uno dei due belligeranti si arrenda o che vi sia uno stallo nel conflitto. Per conseguire una pace giusta l’Italia deve continuare a fare la sua parte», ha sottolineato, spiegando che il nostro Paese è «impegnato nella consegna» dei materiali militari previsti dal quinto decreto «che dovrebbe ultimarsi entro dicembre».
«Putin non utilizzi la carenza di cibo come arma contro l’Europa»
Meloni ha aperto un capitolo sulle conseguenze economiche della guerra. A partire dalle sanzioni, le quali «sono dolorose per il nostro tessuto produttivo ma sono efficaci: stanno avendo un effetto sulla Russia. I costi per Mosca devono essere superiori a quelli sopportati dall’Europa. Per questo vigileremo sugli effetti di queste misure, soprattutto per quanto riguarda l’energia. Difendere l’interesse nazionale significa anche non scaricare sugli italiani i costi delle giuste sanzioni alla Russia». Poi ha affrontato le questioni relative alla crisi energetica: «Non dobbiamo consentire che Putin utilizzi la carenza di cibo come arma contro l’Europa, come già sta facendo con il gas e il petrolio. Contrastare la carenza di cibo riguarda anche la sicurezza europea come conseguenza dell’instabilità dei Paesi africani».
L’accusa alla Commissione europea
«Il Consiglio europeo torna a occuparsi dell’impatto dei prezzi dell’energia. L’obiettivo è un percorso di sicurezza energetica – su cui – da mesi l’Italia è in prima fila per un tetto dinamico dei prezzi. Per ora la risposta della Commissione europea è insoddisfacente e inattuabile. È fondamentale porre un argine alla speculazione: la posta in gioco sull’energia è molto alta perché definisce la capacità dell’Europa di difendere le sue famiglie e le sue imprese – evitando di avere – un’Unione europea a due velocità». La presidente del Consiglio si è soffermata a lungo sul tema: «È evidente a tutti come un meccanismo di tutele diverse di imprese in Paesi diversi provocherebbe una distorsione del mercato unico che comprometterebbe l’intera Europa. Ormai è la maggioranza degli Stati a chiedere con noi un tetto dinamico al prezzo del gas. Andare in ordine sparso, pensando di salvarsi a scapito degli altri, non solo è un illusione ma tradirebbe un’idea di un Europa diversa da quella decantata di questi anni».
Collaborazione più stretta tra Nato e Ue
«Gli Stati Uniti riconoscono all’Europa il ruolo di partner di prima istanza. La crisi ucraina ha mostrato come dinanzi alle minacce la compattezza e il ruolo politico dell’Unione sia essenziale. L’Italia sostiene una più stretta collaborazione tra Unione europea e Alleanza atlantica, e una rinnovata unità di intenti nei settori di interesse comune», tra cui rafforzare le capacità di difesa dell’Europa. «Bisogna passare dal dibattito sulla redistribuzione dei migranti a quello sulla difesa comune dei confini esterni dell’Unione europea: serve un quadro di collaborazione basato su flussi legali e un’incisiva azione di prevenzione e contrasto di quelli irregolari, fermando le partenze e lavorando a una gestione europea dei rimpatri». Meloni è tornata a guardare agli Stati Uniti, ma in questo passaggio per strigliare l’amministrazione americana per la sua recente politica economica: L’Inflation Reduction Act, il piano degli Stati Uniti contro l’inflazione, «desta preoccupazione: non possiamo nascondere i potenziali effetti distorsivi e discriminatori verso le imprese europee che potrebbe generare».
Balcani e Iran
«Crediamo che la concessione della condizioni di candidato alla Bosnia sia un segnale per tutta la Regione: il governo segue con preoccupazione la tensione in Kosovo. Abbiamo affermato la nostra volontà di essere portatori di pace con le nostre truppe italiane e invitiamo tutte le parti a evitare provocazioni». Si è sollevato un applauso unanime dell’Aula quando la presidente del Consiglio ha condannato la repressione del regime iraniano: «L’uso della forza contro dimostranti pacifici, contro le donne è ingiustificabile e soprattutto inaccettabile. Questo governo sarà sempre impegnato per la difesa e il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali». Infine, concludendo le sue comunicazioni ai deputati, Meloni ha voluto ribadire un concetto espresso all’inizio: «Siamo una colonna indispensabile alla crescita economica e sociale dell’Unione europea, questa è l’Italia che vogliamo rappresentare al Consiglio europeo».
La diretta video della discussione parlamentare
In aggiornamento
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