Concessioni balneari, l’idea di Santanchè: «Ai privati le spiagge libere con tossicodipendenti e spazzatura»
Non vorrebbe intervenire sul tema, perché le deleghe sulle spiagge non le ha più e sono ora passate al ministro Musumeci. Ma all’assemblea di Confesercenti una domanda sulle concessioni balneari arriva, e la ministra del Turismo non si sottrae alla risposta. L’intenzione del governo, spiega Daniela Santanchè, è quella di non svendere il nostro patrimonio costiero alle multinazionali, «dobbiamo fare le cose bene, studiare, fare una mappatura ci vorrà del tempo. E poi fare delle gare che consentano a chi fa questo lavoro di continuare a farlo». Ma la ministra ha un’idea su come si potrebbero valorizzare le coste: mettere a gara le spiagge messe peggio. «Sarebbe bene prima assegnare quelle spiagge che ora non sono assolutamente servite», spiega Santanchè, che poi entra nel dettaglio, «ci sono tossicodipendenti, rifiuti. Nessuno pensa a tenerle in ordine: forse si potrebbe cominciare da lì». La ministra torna sul tema delle grandi aziende e catene che potrebbero partecipare ai bandi di gara e vedersi assegnate le spiagge in concessione. «Consegnarle a delle multinazionali ci toglierebbe le nostre peculiarità, come un certo tipo di cibo, un certo tipo di accoglienza – si dice preoccupata Santanchè – Mi fa sentire male l’idea: pensate se non potessimo più mangiare i nostri spaghetti alle vongole o la nostra parmigiana di melanzane, cose che fanno parte della nostra identità».
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