No! Non ci sono cellule fetali nei prodotti alimentari
Torniamo a trattare di «cellule fetali». Stavolta non nei vaccini, come ci hanno abituato certe frange No vax, ma «usate in modo nascosto in prodotti di punta» e che «possono provocare malattie. Parliamo di alimenti e bevande che si acquistano al supermercato. Forse non è un caso se tali narrazioni vengano fatte circolare via Facebook dalla setta complottista dei ViVi (V_V), per esempio qui e qui. Cerchiamo di capire come ci sono arrivati e perché si sbagliano. Come suggeriscono gli hashtag che accompagnano le condivisioni (#FUCKAGENDA2030 e #CO2STOCAZZO), sembra un tentativo maldestro di fare “benaltrismo”, suggerendo che avremmo ben altri problemi rispetto a quelli dovuti al cambiamento climatico. Ricordiamo infatti che i ViVi hanno condiviso in Rete anche contenuti negazionisti della responsabilità umana nel riscaldamento globale.
Per chi ha fretta:
- La narrazione si basa sull’uso di una linea cellulare derivata da un singolo feto nel 1973 illustrato in un brevetto.
- Tali cellule dunque sono cloni e non derivano direttamente da dei feti.
- Nessuna di queste cellule finisce in alimenti o bevande.
Analisi
Allegato a queste condivisioni troviamo un filmato, che si apre con le seguenti parole:
Il sistema ti offre prodotti eticamente e biologicamente insani con l’inganno!!! La multinazionale Senomyx produce insaporitori da cellule renali Hek293 di feti abortiti. Fonte Cbs News, 06 2011. La multinazionale Senomyx vende i suoi insaporitori a Nestlè, Pepsi e Kraft. Attenzione quindi!!! Come vedi il sistema: Wef, Onu, Oms, Èlites, opera contro di noi in modi diversi, nascosti, e criminali!!!
Lotta contro i “poteri forti” o propaganda conservatrice?
Seguono le immagini tratte dal post di un blog, intitolato Cellule di feto abortito per creare aromi alimentari, del febbraio 2021. Riportiamo giusto l’introduzione, perché è emblematica di come questa setta complottista – ben lungi dal fare la rivoluzione contro i “poteri forti” -, sembri invece esserne l’ancella, veicolando la propaganda dei peggiori conservatorismi: si va dalla paura del progresso (attraverso la demonizzazione dei vaccini a mRNA di nuova generazione) al negazionismo del cambiamento climatico (organico alle lobbie dei combustibili fossili), per finire con l’elogio dei movimenti pro vita e anti-aborto.
Per molti anni gli anti-abortisti hanno messo in guardia da una nuova tecnologia – spiega l’autore -, che utilizza cellule di feti abortiti nel processo di lavorazione per dare più sapore, dolce o salato a cibi e bevande. […] L’obiettivo primario per molte di queste aziende, è quello di rendere saporiti cibi e bevande e al contempo quello di ridurre il contenuto di zucchero e sale, riducendo i costi. Mentre la Senomyx si rifiuta di rivelare i dettagli del processo, le sue applicazioni brevettate indicano che parte del segreto ha che fare veramente con l’uso di cellule renali umane, note come HEK293, che derivano da neonati abortiti.
Cellule fetali nella Pepsi?
Come spiegavamo già in un articolo del gennaio 2022 analizzando le narrazioni su vaccini prodotti con feti abortiti (ricordiamo ch’è una bufala in voga negli ambienti pro-life), la linea di cellule HEK-293 deriva da un singolo feto, abortito spontaneamente nel 1973. Sono cloni. Per tanto è scorretto anche solo definirle “cellule fetali”. Ritenere che delle donne debbano essere indotte ad abortire ogni volta che si deve fare un esperimento è una assurdità. Per altro queste cellule si usano per verificare negli esperimenti in vitro, la presenza di un patogeno – e così isolarlo -, o altri effetti del farmaco che si sta sperimentando. Non ha alcun senso pensare che ogni vaccino sia composto da cellule HEK-293.
Come spiegano i colleghi di Facta in un articolo dell’ottobre scorso, l’azienda biotech Senomyx non ha fatto altro che presentare nel 2008 una richiesta di brevetto dove si elencano i «metodi ricombinanti per esprimere un recettore funzionale del gusto dolce». Ed è nell’abstract che leggiamo un riferimento alla linea cellulare HEK-293:
In forme di realizzazione preferite i metodi di espressione utilizzeranno cellule HEK-293 che esprimono anche stabilmente Gα15. Questi metodi danno origine a recettori eteromerici e composizioni contenenti che sono utili nei saggi per identificare nuovi dolcificanti e modulatori di dolcezza.
Anche in questo caso capiamo che le HEK-293 non finiscono negli alimenti, ma servono per produrre il dolcificante in oggetto. La Pepsi, che firmò un contratto con Senomyx, dovette smentire pubblicamente nell’aprile 2012 la presenza di cellule fetali nella sua bevanda. Tali accuse vennero mosse proprio da una associazione anti-abortista americana: la Children of God for Life. Lo stesso discorso vale per tutte le altre aziende citate nella narrazione più recente, ammesso che abbiano tutte ancora un contratto in corso con la Senomyx.
Conclusioni
Alcuni attivisti della setta complottista ViVi (V_V) si sono fatti portavoce (più o meno consapevolmente) di una vecchia campagna denigratoria da parte di una associazione anti-abortista americana, nei confronti di Pepsi e Senomyx, risalente a dieci anni fa, basata sulla totale ignoranza riguardo a cosa sono realmente le cellule HEK-293.
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