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Qatargate, il Parlamento europeo corre ai ripari: piano in 10 punti contro la corruzione e il lobbying «sregolato»

15 Dicembre 2022 - 16:50 Simone Disegni
Tra le misure allo studio la stretta sull'accreditamento di rappresentanti di governi stranieri ed ex eurodeputati, e norme a tutela del whistleblowing

«Sono infuriata, adirata, dispiaciuta», aveva scandito la presidente Roberta Metsola aprendo lunedì a Strasburgo la seduta plenaria del Parlamento europeo più critica degli ultimi anni – dopo lo scandalo delle presunte tangenti versate dal Qatar a esponenti di rilievo del Parlamento e di diverse ong. Oltre a garantire la piena collaborazione con le autorità belghe che indagano sul caso, Metsola aveva anche promesso un’indagine interna autonoma del Parlamento europeo e una risposta concreta dell’istituzione alle accuse di permeabilità a pressioni e intenti corruttivi. Un piano che ora sta prendendo forma. I vertici dell’Eurocamera sarebbero infatti al lavoro su un pacchetto di dieci misure, che potrebbero entrare in vigore da gennaio, per stringere le viti sulle attività di lobbying e sulle sue degenerazioni in episodi di vera e propria corruzione. All’interno del piano, secondo quanto anticipato da Politico, troverebbero spazio norme più severe per regolare le attività di lobbying svolte da o per conto di governi stranieri, i cui rappresentanti non devono oggi essere iscrtti nel Registro di Trasparenza Ue, e per monitorare i regali ricevuti dagli eurodeputati o da funzionari dell’Europarlamento. «Questo è un problema strutturale – ha spiegato una fonte – Ci sono gruppi di amicizia di ogni genere difficilissimi da controllare. I deputati dovrebbero dichiarare i doni ricevuti, ma è tutto su base volontaria». Tra le miusre allo studio, anche maggiori garanzie a tutela dei whistleblowers, oggi assenti, per incoraggiare chi opera dentro al Parlamento a denunciare per tempo trame ed episodi oscuri. Un terzo intervento dovrebbe poi riguardare gli ex eurodeputati che proseguono la carriera a Bruxelles come lobbisti (come nel caso di Antonio Panzeri, il politico italiano agli arresti da venerdì scorso), per fare in modo che siano registrati come tali quando continuano ad accedere all’edificio del Parlamento dopo la fine del loro mandato.

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