Il Salva-calcio nella Legge di Bilancio: l’emendamento del governo che permette alle società di pagare le tasse a rate
Il Salva-Sport «ci sarà perché esistono misure per le imprese e verranno usate quelle». Parola del ministro dello Sport Andrea Abodi. Che in prima battuta aveva bocciato l’emendamento presentato su ispirazione del senatore di Forza Italia e presidente della S.S. Lazio Claudio Lotito. E quindi oggi nel maxiemendamento che il governo presenterà per chiudere la partita della Legge di Bilancio ci sarà anche la norma che interessa le società sportive. Tutte, e non solo quelle della Serie A. Nello stesso provvedimento sarà presente la proroga per il Superbonus 110% al 31 dicembre. E la capogruppo di Forza Italia Licia Ronzulli difende la norma: «Pensiamo a tante società sportive, anche dilettantistiche. Nuoto, basket, o pallavolo: senza la rateizzazione fallirebbero».
L’articolo 51 bis
Il nuovo articolo 51 bis che entrerà nella Legge di Bilancio, spiega oggi La Stampa, prevede che i versamenti e le ritenute possano essere diluiti in 60 rate mensili. Sarà possibile rateizzare le addizionali regionali e comunali, l’Iva e le imposte sui redditi. Non i contributi Inps, che per ora non compaiono nel testo. I pagamenti saranno considerati tempestivi se effettuati entro il 31 dicembre 2022. Altrimenti si potranno pagare a rate. Le prime tre andranno saldate entro la fine di gennaio 2023. Con il pagamento rateale c’è una maggiorazione del 3% delle somme da versare già dentro la prima rata. L’emendamento Lotito invece non prevedeva il pagamento di interessi. Attualmente, tra Irpef, Inps e Iva il calcio deve all’Erario 800 milioni di euro. E di questi circa 600 sono in carico alla Serie A. In testa, scrive il quotidiano, c’è l’Inter con 50 milioni di arretrati. Seguono Roma e Lazio (40 e 38), Juventus (30), Napoli (25) e Milan (10).
Le sanzioni sospese
Le sanzioni si sospendono a chi è in regola con i pagamenti. Il testo recita esattamente: «In caso di mancato versamento delle somme dovute in tutto o in partealle scadenze fissate dalle nuove norme non solo si decade dal beneficio della rateazione ma si applicano anche le ordinarie disposizioni in materia di sanzioni e di riscossione». In caso di mancato versamento delle ritenute Irpef sopra la soglia dei 150 mila euro e di mancati pagamenti dell’Iva sopra quota 250 mila euro scatta la rilevanza penale a carico degli amministratori delle società inadempienti.