Reddito di cittadinanza, verso lo stop dopo soli 7 mesi. Calderone: «Non useremo l’accetta: chi può deve lavorare» – Il video
«Nei primi 10 mesi del 2022 circa 300mila domande sono state rifiutate, di queste circa 250mila erano di soggetti non residenti in Italia o che non hanno prodotto autocertificazioni veritiere. Il sostegno va a chi ne ha bisogno, a chi ne ha diritto». Sono queste le parole sul Reddito di cittadinanza pronunciate in videomessaggio dalla ministra del Lavoro Marina Calderone alla festa per i 10 anni di FdI. Calderone, inoltre, evidenzia che è necessario «incentivare il connubio pubblico-privato facendo sì che anche i soggetti privati possano aiutarci a collocare quante più persone possibili». Inoltre, aggiunge la Ministra di fronte al pubblico dell’evento, «è giusto verificare come vengono impiegate le risorse: nei primi 10 mesi del 2022 circa 300mila domande sono state rifiutate, di queste circa 250mila erano di soggetti non residenti in Italia o che non hanno prodotto autocertificazioni veritiere. Il sostegno va a chi ne ha bisogno, a chi ne ha diritto»
«Non vogliamo intervenire con l’accetta»
Parlando della stretta del governo Meloni sul sussidio, la ministra spiega, «non vogliamo intervenire con l’accetta, ma trovare le soluzioni concrete per far sì che chi è in condizione di lavorare, con ausili come formazione, riqualificazione e orientamento qualificato, lo possa fare nel tempo». «Per questo l’intervento parla di una prosecuzione per 8 mesi del Reddito per gli occupabili e poi di percorsi di inserimento lavorativo». Rimane però in discussione da parte di governo e maggioranza l’idea avanzata dal sottosegretario al lavoro Claudio Durigon di tagliare il sussidio agli occupabili dopo 7 mesi, e non 8, misura che libererebbe altri 200 milioni di euro. Tutto ciò tenendo presente che – aggiunge la ministra – «lavoreremo per individuare un nuovo strumento di assistenza e lotta alla povertà per i soggetti in difficoltà e che non sono occupabili». Concludendo, Calderone ha lanciato un messaggio alle nuove generazioni: «I giovani ci possano eventualmente rimproverare se non mettiamo in campo tutte le strategie necessarie per un lavoro dignitoso e non ci rimproverino invece perché gli paghiamo il sussidio a vita»
Fonte video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
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