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La dottoressa che ha curato Mihajlovic: «Vi spiego cos’è la leucemia mieloide acuta e e cosa è successo nella sua ricaduta»

17 Dicembre 2022 - 08:58 Redazione
sinisa mihajlovic francesca bonifazzi leucemia mieloide acuta cosa è
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La direttrice delle terapie del Sant'Orsola: «Una settimana fa camminava e faceva chilometri a piedi»

Francesca Bonifazi, direttrice del Programma trapianto e il Programma dipartimentale terapie cellulari avanzate dell’ospedale Sant’Orsola di Bologna, ha seguito il paziente Sinisa Mihajlovic fino all’ultimo. E oggi, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, racconta gli ultimi giorni di vita dell’ex calciatore ed allenatore: «È stato un uomo che aveva una grande voglia di vivere e amava la vita più di qualunque altra cosa. Poi è stato circondato dall’affetto dei suoi: sua moglie gli è stata vicina dal primo all’ultimo momento, sempre. Arianna è stata la donna che gli ha dato coraggio e che ha gestito la famiglia in una fase molto difficile».

Il trapianto di midollo osseo

Bonifazi racconta il percorso clinico di Mihajlovic: «Il trapianto di midollo osseo è la terapia più efficace per eradicare la leucemia mieloide acuta. In questo momento garantisce una minor possibilità di recidiva: purtroppo in questo caso la malattia è tornata, è stata molto aggressiva ed è stata refrattaria alle cure». Ma, fa sapere la dottoressa, «Sinisa si è rialzato anche di fronte alla recidiva: non più di una settimana fa camminava e faceva tanti chilometri a piedi. In ogni caso non va fatta una generalizzazione, il trapianto resta ancora la migliore delle terapie. Noi medici crediamo che l’unica maniera per alleviare il dolore che proviamo nel veder morire i nostri pazienti è di scommettere nella ricerca». Riguardo le altre terapie per la leucemia mieloide acuta, «attualmente le cellule Car-T funzionano per la leucemia cutanea, il linfoma o il mieloma. Sono casi diversi da quello di Sinisa. Per quanto riguarda la Car-T nelle leucemie mieloide acute siamo ancora in una fase sperimentale. Il Sant’Orsola si è candidato a creare una self factory per la produzione delle cellule Car-t accademiche, ma siamo ancora all’inizio. Speriamo di vincere la nostra candidatura e di iniziare presto la costruzione di questa self factory che verrà ospitata nella nuova ematologia grazie alla Fondazione Seragnoli».

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