La resa del governo sul pos: restano le multe per i commercianti. Sconti sulle case green nel 2023: le novità della manovra
Niente pace fiscale per le cartelle esattoriali sotto i 1000 euro entrate per multe e tasse non pagate fino al 2015, niente stop alle sanzioni per gli esercenti che si rifiutano di accettare pagamenti elettronici con pos sotto i 60 euro. Sono i due dietrofront più rumorosi del primo pacchetto di emendamenti presentato dal governo solo ieri 17 dicembre in commissione Bilancio alla Camera, con il secondo atteso oggi che sarà illustrato direttamente dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti per chiudere almeno questa tappa della legge di Bilancio e correre verso l’approvazione del Parlamento da raggiungere necessariamente entro fine anno. La trattativa con Bruxelles, che aveva ammonito il governo Meloni sul nodo dei pagamenti elettronici legato al raggiungimento degli obiettivi del Pnrr, finisce con una resa strategica di Roma davanti all’impegno già preso dal governo Draghi di mantenere le multe sui rifiuti del pos senza soglie per ricevere la rata del Recovery fund da 19 miliardi entro il 31 dicembre.
Le pensioni
I nodi ancora da sciogliere riguardano invece il macropacchetto fiscale e le pensioni. Sulle minime il Tesoro punta a portare alla soglia di 600 euro almeno per gli over 75, sempre che si trovino le coperture, in base anche a soglie Isee da definire. All’orizzonte anche una nuova modifica di Opzione Donna, con l’idea di permettere alle lavoratrici di andare in pensione a 58 anni se in possesso almeno di uno dei tre requisiti previsti dall’ultima modifica alla norma, come ricorda Repubblica: essere caregiver, avere un’invalidità di almeno al 74%, essere state licenziate o dipendenti di aziende in crisi. Verrebbero meno i requisiti a 59 anni, ma si tratta ancora sulle agevolazioni in presenza di figli.
Il Reddito di cittadinanza
Il governo non intende «usare l’accetta» nel togliere il Reddito di cittadinanza a chi può lavorare, ha ricordato la ministra del Lavoro Marina Calderone. Ma la direzione presa sembra ormai irreversibile: nel 2023 chi riceve il sussidio ed è nelle condizioni di lavorare continuerà a farlo per sette mesi, non più otto, con l’obbligo di frequentare corsi di formazione. Sempre che non riesca a farsi assumere nel frattempo.
Sconto sulle case green
Tra le novità nella manovra è emersa la detrazione per chi compra una casa in classe energetica A o B, ceduta direttamente dall’impresa costruttrice. Chi acquista potrà godere della detrazione dall’Irpef del 50% sull’Iva versata senza alcun limite. Lo sconto varrà per gli acquisti avvenuti entro il 31 dicembre 2023. La detrazione sarà spalmata nel corso dell’anno in «dieci quote costanti», spalmata nei nove periodi di imposta successivi.
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