Mihajlovic, la camera ardente in Campidoglio: l’addio dei tifosi, poi Spalletti e La Russa – I video
Roma rende omaggio a Sinisa Mihajlovic, scomparso venerdì scorso all’età di 53 anni a causa di una forma acuta di leucemia. È stata aperta oggi, 18 dicembre, nella Sala Protomoteca del Campidoglio a Roma la camera ardente, per consentire ai tifosi e agli estimatori di salutare per l’ultima volta il campione serbo. I funerali di Mihajlovic si celebreranno lunedì alle 11 a Roma presso la basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri in Piazza Esedra. Presente tutta la famiglia Mihajlovic: la moglie Arianna e i figli, la mamma Viktorija e il fratello Drazen. Presente anche l’amico, nonché ex compagno di squadra, collaboratore e vice, Miroslav Tanjga. Sin dalle prime ore del mattino, all’esterno del Campidoglio si è creata una lunghissima fila di persone per rendere omaggio a mister Mihajlovic. Sul feretro sono state deposte corone di fiori della Lazio e della Roma, oltre alle sciarpe del Torino e del Bologna. In mattinata, la signora Arianna, moglie di Sinisa Mihajlovic, ha condiviso una foto di famiglia su Instagram, scrivendo: «Amore te l’ho promesso… mi prenderò io cura di loro non preoccuparti. Il nostro capolavoro più grande! Non smetteremo mai di amarti».
Meloni: «La vita è una battaglia e Mihajlovic sapeva combattere»
Anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è recata alla camera ardente allestita in Campidoglio per rendere omaggio a Sinisa Mihajlovic. «Il significato che lascia nel mondo, non solo quello del calcio, una figura come quella di Sinisa Mihajlovic è il coraggio», ha detto la premier aggiungendo – inoltre – che «il coraggio porta con sé un insegnamento che Mihajlovic sapeva dare ed è la ragione per la quale era rispettato dalle persone che tifavano per le sue squadre e da quelle che tifavano contro le sue squadre». «La vita – ha sottolineato Meloni parlando con i giornalisti – è una battaglia, devi saperla combattere. Lui l’ha fatto con onore, nel rispetto delle regole, nella sua vita calcistica, nella sua vita da uomo e nella sua lotta contro la malattia, fino all’ultimo. E questo vale la pena di sottolinearlo, perché è un grande insegnamento, al di là del ruolo che aveva nella società. Puoi essere un allenatore, un calciatore, qualsiasi cosa. Il punto è che quando hai un’influenza sugli altri il modo in cui conduci la tua vita lo trasferisci agli altri e lui questo lo sapeva fare. È il motivo per cui vale la pena di ringraziarlo», ha concluso.
L’omaggio dei tifosi e il ricordo di La Russa: «L’uomo ha sovrastato lo sportivo»
Tra i presenti alla camera ardente in Campidoglio anche alcuni tifosi del Milan, e l’allenatore del Napoli Luciano Spalletti, e il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che ha voluto rendere omaggio a Mihajlovic, dichiarando: «È un combattente, lo è stato dal primo giorno all’ultimo. Lui ha dimostrato che questo è possibile. Ha tirato calci di punizione contro le porte avversarie, ma anche contro le avversità della vita, ed erano sempre calci vincenti». «Ho un ampio arco di ricordi che mi legano a lui – ha proseguito il presidente del Senato -. Il primo club dove di è affermato come allenatore, dopo una piccola parentesi, è stato il Catania, la mia seconda squadra, e poi è stato all’Inter come giocatore. Ha iniziato da calciatore all’Inter e ha finito come allenatore al Catania: è stato un modo in più per sentirlo vicino a me. Ma credo che oggi lui sia vicino agli sportivi, qualunque sia la loro fede calcistica, perché l’uomo ha sovrastato lo sportivo».
Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
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