Sanremo 2023, perché Madame ha cambiato il titolo del suo brano «Puttana». Il chiarimento sulle voci di censura in Rai
Niente censura da parte del festival, è stata Madame a cambiare il titolo del suo brano in gara all’ultimo minuto. Da ieri ci si interrogava sulla ragione dietro il cambio di nome e se non fosse qualcuno a obbligare Madame a fare la modifica. Il bene e il male con la quale l’artista ventenne parteciperà al prossimo Festival di Sanremo, in scena dal 7 all’11 febbraio 2023, inizialmente avrebbe dovuto chiamarsi Puttana. Il nuovo titolo, «è stata una scelta artistica dell’ultimo minuto condivisa con la direzione artistica» spiega l’entourage della cantante, che conferma la versione della Rai. E chiarisce: «Non c’è stato nessun tipo di pressione». La canzone rimane la stessa: «Nella canzone il termine “puttana” suona come una dolce offesa», spiega Madame in uno stralcio della sua intervista sull’inserto La Lettura. «In pratica mi immedesimo in una prostituta che si innamora di un uomo, ma lui la vede soltanto come un errore. Tra loro nasce una discussione, rispetto alla quale lei fa un ragionamento più profondo: la morale è che puoi prendere ciò che di buono ti arriva da qualsiasi parte… Che sia il 70 per cento bene e il 30 per cento male o viceversa, il messaggio è: concentrati sulla fine del percorso, su ciò che anche una puttana può darti». Alla fine, la parola incriminata rimane nel testo, e non può essere altrimenti perché ne è il fulcro. Di una canzone che ad alcuni ha già fatto tracciare parallelismi con Bocca di Rosa di Fabrizio De André, che infatti Madame cita: «Sono cresciuta ascoltando le sue canzoni, mi dispiace non averci mai potuto parlare perché adoriamo le stesse cose».
«Il brano è improntato sulla chiarezza delle parole»
«In Puttana è come andare in altalena – continua Madame – fare un giro di 360 gradi e tornare al punto di partenza: ammirare la semplicità del linguaggio e delle persone che ignorano i termini aulici e sofisticati». «Puttana – spiega – è una parola che conoscono tutti: io e Valentino, il clochard che incontro in Stazione Centrale a Milano e mi chiede l’autografo; mia madre, mio nipote… È nel solco di tutte le parole che ho utilizzato per il nuovo progetto discografico: sono semplici ma dietro c’è uno studio. Tutto il brano che porto a Sanremo è improntato sul dialogo spiccio, franco, tra i due interlocutori e sulla chiarezza delle parole».
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