Fuori i lobbisti del Qatar dal Parlamento Ue, Doha minaccia: «Impatto negativo sui rapporti per energia, povertà e sicurezza»
Arriva l’avvertimento del Qatar contro la decisione dell’Europarlamento di bloccare l’accesso dei lobbisti di Doha all’aula in seguito allo scandalo tangenti provenienti dal Paese del Golfo Persico e dal Marocco che ha investito diversi eurodeputati che sono ora accusati di corruzione dalla procura belga. Un esponente diplomatico del Qatar ha definito il blocco una «restrizione discriminatoria» che non avrebbe dovuto essere imposta – eventualmente – prima della chiusura dell’inchiesta. «Ad ogni modo, questa avrà un effetto negativo sulla cooperazione regionale e globale e sui colloqui in corso su energia, povertà e sicurezza». Nello specifico, Doha si è rivolta alle autorità belghe insistendo sulla «inaccuretezza» delle informazioni prese in esame nell’indagine. Per questo respingono «fermamente le accuse che associano il nostro governo a cattiva condotta», continua la nota. E ancora: «Il Qatar non è stata l’unica parte nominata nelle indagini, eppure il nostro Paese è stato esclusivamente criticato e attaccato». «Abbiamo osservato con grande allarme la condanna selettiva del nostro Paese di questa settimana. È profondamente deludente che il governo belga non abbia fatto alcuno sforzo per impegnarsi con il nostro governo al fine di stabilire i fatti una volta venuti a conoscenza delle accuse» prosegue il diplomatico citato dall’agenzia Ansa. Nel comunicato, infine, si ricorda la vicinanza tra Belgio e Qatar: «Le nostre nazioni hanno collaborato durante la pandemia di Covid-19 e il Qatar è un importante fornitore di Gnl per il Belgio»
La vicenda
L’europarlamento ha votato giovedì per impedire sospendere la possibilità di accesso alle premesse dell’emiciclo agli esponenti qatarioti, dopo che questi avrebbero grosse somme di denaro ad alcuni Europarlamentari per influenzare le decisioni dell’assemblea che riguardavano il Paese. La vicepresidente dell’Europarlamento Eva Kaili è stata destituita della propria carica, anche se è il suo compagno e assistente parlamentare, Francesco Giorgi, ad assumersi la responsabilità di aver accettato il denaro. Tutto gira intorno ad Antonio Panzeri, ex europarlamentare che si stava costruendo un ruolo da lobbista, e sarebbe il nodo centrale della rete di influenza dei servizi segreti Marocchini nell’istituzione Ue. L’altro indagato è Niccolò Figà-Talamanca segretario dell’Ong No Peace Without Justice.
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