Qatargate, la decisione dei giudici di Brescia: «La moglie di Panzeri può essere consegnata a Bruxelles»
La Corte d’appello di Brescia ha accolto la richiesta dei magistrati belgi – che stanno indagando sul presunto caso di corruzione e riciclaggio a Bruxelles – dando il via libera al mandato di arresto europeo nei confronti di Maria Dolores Colleoni, la moglie di Antonio Panzeri. La donna, 67 anni, è stata arrestata insieme alla figlia Silvia e si trova ai domiciliari. Davanti ai giudici, ha negato di aver speso 100mila euro per una vacanza e di non saper nulla degli affari di suo marito. In mattinata, la procuratrice di Brescia, Giovanni Benelli aveva chiesto che venisse accolta la richiesta relativa al mandato d’arresto europeo del giudice Michel Claise. I giudici hanno posto la condizione in base alla quale «qualora la signora dovesse essere condannata definitivamente, espierà la pena o la misura di sicurezza in Italia».
La posizione di Avramopoulos
Intanto oggi a parlare dello scandalo Qatargate è stato anche Dimitris Avramopoulos il cui nome è stato accostato da alcuni giornali allo scandalo tangenti provenienti dal Qatar. Il politico greco ha un curriculum di primissimo livello: sindaco di Atene, vicino al partito di centrodestra Nuova Democrazia, è stato ministro del Turismo, della Salute, degli Esteri, della Difesa e poi, dal 2014 al 2019, sotto la presidenza di Jean-Claude Juncker ha ricoperto il ruolo di commissario europeo per le Migrazioni, gli affari interni e la cittadinanza. Oggi, tra i vari articoli in cui è comparso il nome di Avramopoulos, uno, de La Stampa, fa riferimento a documenti dell’Unione europea in cui si parla di compensi ricevuti da Fight Impunity, l’ong fondata da Antonio Panzeri e al centro dell’inchiesta Qatargate. «La mia partecipazione all’organizzazione Fight Impunity è stata fin dall’inizio senza responsabilità esecutive o manageriali. Il comitato a cui ho partecipato, con personalità come Federica Mogherini, l’ex premier francese Bernard Cazeneuve e la senatrice Emma Bonino, era del tutto onorario». Così Avramopoulos all’agenzia di stampa greca Ana-Mpa. L’ex commissario europeo spiega anche che per la partecipazione al comitato e il relativo compenso, «ho chiesto l’approvazione della Commissione europea, che mi è stata data per iscritto dalla presidente Ursula von der Leyen».
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