Manovra, braccio di ferro nella maggioranza sullo scudo fiscale. Poi lo stop
Sembrava cosa fatta, l’opposizione era in subbuglio e i rinvii confusi della maggioranza quadravano come conferma definitiva. Invece, alla convocazione della Commissione Bilancio che segna il fischio finale per il testo della Manovra di Bilancio 2023, i relatori hanno annunciato che il famigerato emendamento sullo scudo penale per i reati collegati all’evasione fiscale non sarà presentato. Pd e Movimento cantano vittoria, anche se probabilmente tutto si è consumato all’interno della maggioranza. La discussione viaggia sotto traccia da giorni e sarebbe al centro delle tensioni in particolare tra Forza Italia da un lato e Fratelli d’Italia dall’altro. Della possibilità di un “perdono” per chi si ravvede e paga aveva parlato il sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto giorni fa, ma poi il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti aveva negato tutto: “nessun condono”, aveva detto domenica illustrando gli interventi sulla Manovra.
Poi sembrava esserci stata una svolta. Il Fatto Quotidiano on line, aveva anche ottenuto un testo in anteprima in cui si specificava che lo scudo avrebbe riguardato i reati di omesso versamento, omessa dichiarazione e dichiarazione infedele, cioè la vera e propria evasione fiscale, con un meccanismo premiale per cui il processo spariva se il cittadino pagava e si bloccava – ma senza fermare la prescrizione – se pagava anche solo una prima tranche. Al momento di riunire ulteriormente la commissione, il nuovo stop al testo, che potrebbe essere più che altro un rinvio per non allungare ulteriormente i tempi di approvazione della Manovra.
«Abbiamo chiesto che venisse espunto anche per facilitare i lavori della commissione e per cercare di capire se la manovra può arrivare nei tempi utili e necessari nonostante i ritardi che sta inanellando la maggioranza. Ci hanno ascoltato, questo è estremamente importante. Speriamo che ora si cominci a lavorare in un altro clima», ha dichiarato la capogruppo Pd alla Camera, Debora Serracchiani. E Conte: «Il nostro atteggiamento preventivo di ferma opposizione ha dato i suoi frutti: il relatore ha appena dichiarato che non porteranno questo condono penale come emendamento. Ovviamente non ci fermiamo qui: è una grande vittoria, per quanto ci riguarda, che otteniamo rispetto al kit dei furbetti dell’evasione». Ma il tema è destinato a tornare.
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