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Caos Lega, Salvini: «Prima di pensare a Bossi devo portare a casa la Manovra»

20 Dicembre 2022 - 18:08 Felice Florio
La replica del segretario al fondatore del partito, che lo ha accusato di non rispondergli al telefono: «Io un bambino? Lo prendo come un complimento»

L’incursione a sorpresa di Umberto Bossi, alla testa del Comitato Nord, nel palazzo di Regione Lombardia, ha attizzato le braci su cui sfrigola la segreteria di Matteo Salvini. Il senatur ha chiesto al governatore uscente, ricandidato dal centrodestra per le regionali del 12 e 13 febbraio, di riconoscere la lista del Comitato Nord all’interno della coalizione che lo appoggerà. Una lista che, al momento, potrebbe includere sia ex leghisti espulsi, sia politici ancora iscritti al Carroccio, come l’ex deputato Dario Galli, attivo nel Comitato Nord e in rottura con la linea salviniana: messo fuori dai giochi parlamentari nelle scorse elezioni politiche, Galli si sarebbe già autocandidato per un posto da consigliere regionale. Attilio Fontana sta cercando di rimanere lontano dalla disputa: ha bisogno dell’una e dell’altra parte per raggiungere il 40% dei voti, che gli garantirebbe il premio di maggioranza. Bossi, nella visita al presidente lombardo, avrebbe lamentato un atteggiamento «da bambino» di Salvini, il quale ha ridotto al minimo i canali di comunicazione con il fondatore della Lega. «Io rispondo a tutti, nei limiti del possibile», ha replicato il segretario.

Prima di un chiarimento con Bossi, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture ha ribadito di doversi concentrare «per portare a casa una Manovra da 30 miliardi. Poi mi occuperò del resto». Sorridendo alla stampa, ha anche detto di non essere «sfiorato dalle polemiche». Salvini ha derubricato con una battuta il rischio di una frattura interna al partito: «Macché scissione e scissione, la scissione dell’atomo. La Lega è assolutamente in forze e in forma». Sempre a margine di una conferenza stampa a Milano, ha detto che essere apostrofato come un bambino «è un complimento, io sono come Peter Pan – per poi tornare serio -. Non sono abituato a rispondere alle polemiche che vengono da sinistra, figuriamoci ad altre. A me interessa che il 12 e il 13 febbraio la Lega e il centrodestra vincano in Lombardia e nel Lazio». Infine, rivolgendosi ai giornalisti, ha concluso: «Sono quattro anni che pronosticate la mia dipartita, cosi mi allungate la vita. Va bene così».

Intanto Fontana, dopo l’incontro con Bossi, ha confermato di aver raccolto la richiesta di Bossi e del Comitato Nord di sostenere la sua candidatura: «Trasferirò agli alleati la richiesta, non ho altro da aggiungere nel senso che ho fatto solo da intermediario in questa occasione, ma la mia è sicuramente una candidatura che unisce». L’obiettivo principale per il presidente della Lombardia è evitare una diaspora di candidati e di voti verso il Terzo polo e la loro candidata, Letizia Moratti. Sempre in Palazzo di Regione Lombardia, nella giornata di ieri, è passato in sordina quello che al momento appare come un semplice sgarbo istituzionale, ma che potrebbe nascondere segnali di attrito sulla campagna leghista per l’autonomia differenziata. Il 19 dicembre, il ministro per l’Autonomia e gli affari regionali, Roberto Calderoli, ha tenuto un’audizione nella commissione speciale Autonomia e riordino delle autonomie locali del Consiglio regionale della Lombardia. I rappresentanti di Fratelli d’Italia, per dirla come con le parole del consigliere regionale grillino Dario Violi, «hanno snobbato la visita del ministro Calderoli» e non si sono presentati in commissione.

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