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«Con il dorso della mano non è violenza»: così il tribunale di Lecce archivia il caso di un cliente che ha toccato il sedere a una commessa

21 Dicembre 2022 - 10:19 Redazione
Secondo la sentenza il contatto è avvenuto con il dorso e perché è durato una frazione di secondo

«Col dorso della mano non è violenza». Così ha deciso il Tribunale di Lecce accogliendo la richiesta di archiviazione per un uomo accusato di violenza sessuale per aver toccato il fondoschiena di una giovane commessa di un supermercato di cui era cliente. Sono due i motivi della sentenza: non può essere considerata molestia perché il contatto è avvenuto con il dorso della mano e perché è durato molto poco, una frazione di secondo. L’episodio risale al 22 giugno 2022 quando l’accusato venne denunciato ai carabinieri dalla 25enne. E allora venne iscritto al registro degli indagati. A supporto dei difensori della ragazza c’erano i filmati delle telecamere di sicurezza del supermercato che ripresero la scena incriminata. L’uomo, infatti, mentre percorreva la corsia dei prodotti da frigo sfiorò velocemente il dorso della mano sul fondoschiena della commessa che stava sistemando della merce su uno scaffale. Il cliente era noto nel negozio e conosceva la commessa in questione, in quanto frequentatore abituale dell’esercizio.

Le motivazioni

Il pm aveva condannato il gesto definendolo «immorale, volgare e irrispettoso», ma aveva chiesto l’archiviazione del caso. «Non si tratta di un palpeggiamento, facendosi in tal caso riferimento al toccamento con il palmo delle mani e non si tratta neppure di un toccamento lascivo, facendosi in tal caso riferimento a quei toccamenti che manifestano libidine», ha dichiarato il pubblico ministero. Poi ha precisato: «Sul punto la giurisprudenza è univoca nel ricondurre ad ‘atti sessuali’, in virtù del principio di oggettività e tassatività della fattispecie, non ogni contatto corporeo con zone erogene della persona offesa, ma solo quei palpeggiamenti o quei toccamenti a connotazione lasciva. Pertanto non può qualificarsi come lascivo il toccamento del gluteo attuato con il dorso della mano».

La condanna di Serrani

La vicenda arriva a meno di 24 ore dalla condanna a un anno e sei mesi a carico di Andrea Serrani, il ristoratore marchigiano accusato di violenza sessuale nei confronti della giornalista Greta Beccaglia. Una vittoria, a suo avviso, che non è solo sua «ma di tutte le donne». E ha aggiunto: «Nessuno ha il diritto di violare i nostri diritti, di considerare il nostro corpo come un trofeo; nessuno deve più umiliarci, denigrarci, considerarci un oggetto. Nessuno».

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