Andrea Pellegrini, chi è il poliziotto accusato di tortura nel caso Omerovic: «Che ti frega se muore?»
Si chiama Andrea Pellegrini il poliziotto accusato dalla procura di Roma di aver torturato Hasib Omerovic. Secondo le carte di Piazzale Clodio quel 25 luglio 2022 in via Gerolamo Aleandro a Primavalle nel corso della perquisizione gli ha dato «due schiaffi nella zona compresa tra collo e viso». Poi lo ha obbligato a sedersi su una sedia. Lo ha legato con il filo del ventilatore. E poi gli ha brandito contro il coltello da cucina, minacciandolo e «urlando al suo indirizzo la seguente frase: “Se lo rifai te lo ficco nel c…“». Infine lo ha colpito nuovamente con uno schiaffo. Provocando nel disabile un «trauma psichico», in virtù del quale Hasib si è buttato dalla finestra. Poi, rivolgendosi a un collega dopo essere tornati in ufficio e riferendosi ad Omerovic gli ha detto: «Che te frega se mòre?».
«Se lo rifai te lo ficco nel c…»
Il racconto dei fatti si trova nell’ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari Enzo Damizia ha disposto gli arresti domiciliari per il poliziotto. Ma a cosa si riferiva Pellegrini quando ha detto ad Omerovic «se lo rifai te lo ficco nel c…»? Alla fine gli agenti del commissariato di Primavalle si sono presentati nella casa popolare della famiglia Omerovic proprio a causa della segnalazione sul gruppo Facebook di zona. Quella in cui si accusava Omerovic di aver molestato delle ragazze. Anzi: secondo gli agenti Hasib avrebbe scattato alcune foto a una giovane del quartiere il pomeriggio precedente. Per questo si poteva ritenere legittima la perquisizione in casa da parte degli agenti. Ma non le modalità, visto che, scrive il Gip, è stata svolta «con modalità del tutto anomale, e, quantomeno da un certo momento in poi, strumentalizzata con conseguente violazione dei doveri e abuso e travalicamento della funzione in particolare da parte dell’assistente capo Pellegrini».
La porta sfondata
Il quale, riepiloga oggi La Stampa, ha anche sfondato la porta della camera di Omerovic anche se lui aveva dato le chiavi agli agenti. «Pellegrini non ha avuto alcuna remora di fronte ad un ragazzo sordomuto e una ragazza con disabilità cognitiva (la sorella di Omerovic, ndr) compiendo ripetuti atti violenti, sia sulla persone che sulle cose e gravemente minatori, così da denotare pervicacia e incapacità di autocontrollo». E, come racconta il Corriere della Sera, una volta tornato in ufficio ha detto al collega Fabrizio Ferrari «che ti frega se muore?». Ferrari è presente anche durante la perquisizione. E cerca di fermare Pellegrini prima che quest’ultimo leghi Omerovic con il filo del ventilatore. Lo fa «mettendogli una mano sul braccio e rappresentandogli che non vi fosse bisogno di proseguire oltre nella sua condotta». Pellegrini risponde: «Tranquillo, non faccio niente».
I segni sui polsi di Omerovic
Ma subito dopo Ferrari vede che «si era avvicinato a Omerovic, gli aveva legato le mani col filo della corrente e aveva brandito il medesimo coltello che prima si trovava sul tavolo gridando: “Se lo rifai te lo ficco nel cu..”». Pellegrini è lo stesso poliziotto che sosteneva che il video girato durante la perquisizione lo avrebbe scagionato. Ha scritto lui la relazione firmata dagli altri poliziotti a cui oggi vengono contestate le accuse di falso e depistaggio. E in un messaggio Whatsapp a Ferrari ha scritto: «Tra poco vado in ufficio a fare una relazione al Dirigente e alla Squadra Mobile dove allego tutte le foto live, dove si evince che ogni cattiveria detta è un falso creato per qualche scopo politico». Proprio dalle foto e dai video la procura ha notato i segni sui polsi di Omerovic.
I precedenti di Pellegrini
La Stampa racconta anche che Pellegrini ha molti precedenti. Aveva ricevuto sanzioni e richiami scritti in diversi procedimenti disciplinari. Ed era stato trasferito dalla Squadra Mobile. «In uno dei procedimenti disciplinari aveva subito una sanzione pecuniaria dopo essere stato arrestato in Florida per furto in un supermercato e rilasciato dopo il pagamento di una cauzione». Dalle dichiarazioni di un collega inoltre, «risulta che Pellegrini è aduso a comportamenti aggressivi nell’espletamento delle attività di servizio e che, in alcuni episodi, si era persino vantato con il collega di aver “malmenato un pedofilo in occasione di un arresto”». Infine, ha “consigliato” a uno dei colleghi di non riferire nulla sullo sfondamento della porta di Omerovic.
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