Pd, Gianni Cuperlo si candida alla segreteria: «Le mie idee in campo per scongiurare la deriva francese»
C’è un quarto incomodo nella corsa a raccogliere l’eredità di Enrico Letta come nuovo segretario del Pd. È Gianni Cuperlo, che – come anticipato da Open nei giorni scorsi – ha sciolto la riserva e annunciato la sua candidatura. «Ci sarò con umiltà, nella chiarezza delle idee, fuori dai trasformismi che hanno impoverito l’anima della sinistra», ha detto Cuperlo in un’intervista a Repubblica con la quale ha annunciato la sua “discesa in campo”. La seconda, nella storia del Pd. Cuperlo infatti, già ghost-writer di Massimo D’Alema ed esponente dell’ala sinistra del partito, si era già candidato alla segreteria alle primarie del 2013 – quelle che avrebbero visto il successo travolgente dell’allora sindaco di Firenze Matteo Renzi. Cuperlo sa che i due candidati favoriti per la guida del partito sono l’attuale governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, e l’ex leader di Occupy Pd, Elly Schlein. E anche che una terza outsider è già in campo: Paola De Micheli. Ciononostante, dopo attenta riflessione, lancia anche il suo nome e il suo progetto nell’iter congressuale. «Ci ho riflettuto, so benissimo che ci sono due candidature favorite, ma è un congresso talmente importante che nella prima fase, quella dove a votare saranno gli iscritti, chi ha delle idee sul dopo credo abbia persino il dovere di esporle e discuterle», ha spiegato Cuperlo all’Huffington Post, aggiungendo di vedere il rischio di «una deriva greca o francese» per il Pd – ossia quello di uno “stritolamento” del partito nella tenaglia di centro moderato e sinistra populista. Nei giorni scorsi, diversi segnali erano sembrati anticipare la possibile mossa di Cuperlo. Proprio all’inizio di questa settimana, lunedì 19 dicembre, due interviste su due diversi quotidiani parevano prefigurare lo scenario. Quella di Goffredo Bettini a Repubblica, nella quale definiva Cuperlo «dirigente e intellettuale di prim’ordine», rammaricandosi che dalla sinistra del Pd non fosse arrivata «una propria candidatura». E quella di Andrea Orlando a La Stampa, nella quale l’ex ministro lodava il «rigore e onestà intellettuale» di Cuperlo e menzionava l’esigenza condivisa di «mettere al centro il tema dell’identità del partito», aggiungendo esplicitamente che «con lui mi sto confrontando per valutare insieme quale sia il modo migliore per farlo». La strada per farlo ora è decisa, e la partita per la prossima segreteria del Pd si giocherà – a meno di ulteriori annunci – con quattro candidati in campo.
Foto: ANSA/GIUSEPPE LAMI
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