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Ucraina, a Mariupol le forze russe cancellano il passato: demolito il teatro bombardato da Mosca a metà marzo – Il video

23 Dicembre 2022 - 23:09 Redazione
Per il consigliere del sindaco della città nell'oblast di Donetsk si tratta di un «tentativo da parte di Mosca di nascondere le prove della più grande uccisione simultanea di civili ucraini della guerra»

A Mariupol i russi cancellano il passato. E lo fanno demolendo il teatro d’arte drammatica, luogo-simbolo della guerra in Ucraina, bombardato dalla stessa Federazione russa il 16 marzo scorso mentre veniva utilizzato come rifugio antiaereo dalla popolazione civile ucraina. L’attacco aereo da parte di Mosca, infatti, uccise – a meno di un mese dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina – almeno 300 persone (600 secondo le successive ricostruzioni). Il video pubblicato dal ministro della Cultura ucraino, Oleksandr Tkačenko, mostra come i lavoro di demolizione del teatro siano in fase molto avanzata: le pareti laterali del teatro, infatti, sono già state completamente abbattute dalle ruspe russe. In questi mesi le attività da parte di Mosca sono state nascoste anche agli occhi dei satelliti, grazie soprattutto a impalcature e teli – come aveva sottolineato la Bbc a inizio dicembre – che hanno impedito il monitoraggio della struttura. Per Tkačenko si tratta di un «tentativo di nascondere per sempre le prove dell’uccisione di civili ucraini» da parte delle forze russe. Una settimana prima del bombardamento lo scenografo del teatro aveva usato della vernice bianca per scrivere “Bambini” in cirillico sul marciapiede esterno, nella speranza di scongiurare un attacco da parte di Mosca. Ma il 16 marzo l’esercito russo bombardò comunque il teatro. In mattinata era arrivata anche la denuncia da parte di Petro Andryushchenko, consigliere del sindaco di Mariupol. «Per la seconda volta in 100 anni i russi costruiscono il teatro sulle ossa dei morti – aveva denunciato su Telegram -. Nei tempi sovietici venne edificato sopra i resti dei soldati tedeschi, ora su quelli della gente di Mariupol». Quello che rimane, per il funzionario ucraino, è solo la rabbia. «Non nascondono neppure le proprie intenzioni, c’è rabbia, solo rabbia», ha concluso.

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