Cherif Traoré torna sulla banana regalata per razzismo: «Bisogna reagire per dare l’esempio»
Per Cherif Traoré, è una questione di esempio, più che di principio, quella della banana che ha ricevuto come regalo da uno dei suoi compagni di squadra del Benetton Rugby che voleva fare dell’ironia di cattivo gusto sul colore della pelle del pilone azzurro originario della Guinea. «Quando ho aperto il regalo sono rimasto scioccato, non riuscivo nemmeno a parlare. Non riuscivo a comunicare cosa c’era dentro la busta, non volevo farlo. Perché c’erano tantissime persone, tantissimi stranieri, tanti giovani, e non volevo dare questo brutto esempio a loro», ha dichiarato in un’intervista a Fanpage il giocatore, che ha assicurato di aver deciso di lasciare la squadra trevigiana. «Sono qua da otto stagioni e mi è dispiaciuto tantissimo quello che è successo. Non volevo arrivare a questo punto. Queste cose non devono più accadere o capitare a un ragazzo che gioca a rugby, a calcio, a basket, o qualsiasi altro sport. Lo sport è una cosa di famiglia. Per stare insieme, per giocare, e per vincere» ha continuato Traoré.
Il responsabile
Il club ha aperto un’investigazione interna per individuare il responsabile e uno dei membri dello staff è stato sospeso fino al termine delle indagini. L’autore del regalo, infatti, non si è palesato, dato che l’involucro è stato consegnato a Traoré nell’ambito di un Secret Santa. In questa pratica natalizia, normalmente, i partecipanti vengono assegnati casualmente a un altro membro del gruppo, a cui devono fare un regalo anonimo. Il pilone ha ricevuto in dono «una banana marcia in un sacchetto dell’umido», come racconta lui stesso. Alcuni dei suoi compagni hanno trovato il gesto divertente, mentre altri, soprattutto gli stranieri, hanno dato supporto a Traoré, che si è sentito offeso dallo scherzo e dalle risate dei suoi compagni.
Bisogna dare l’esempio per cambiare questo mondo
«Lo sport deve lasciare ricordi di momenti indimenticabili di tutto quello che si è vissuto assieme. Questa storia del razzismo deve finire perché siamo tutti umani: nero, bianco, giallo… Siamo tutti uguali. Io ho reagito perché non voglio che capiti ad un altro giovane, volevo dare questo esempio», ha dichiarato il gicoatore, specificando: «Se ci avessi riso sopra, o non avessi reagito, domani, tra un mese, tra un anno, sarebbe successo ancora, o avrebbero continuato a riderci sopra. Non mi piace far vedere il mio lato cattivo alla gente. Quando mi succedono cose così cerco sempre di avvicinarmi e chiarire. Bisogna farlo capire ai giovani, perché se non lo facciamo questo mondo non si fermerà più. Purtroppo, ogni giorno, ogni anno, succedono sempre le stesse cose».
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