Verso lo stop dello spettacolo di Sergei Polunin a Milano, chi è il ballerino russo con il tatuaggio di Putin sul petto
Ai più è noto come il ballerino di Take me to Church, brano dell’artista pop Hozier che su YouTube conta 30 milioni di visualizzazioni. Ma per chi segue la scena, Sergei Polunin è molto di più. C’è chi lo considera il più grande danzatore vivente, spiega il Corriere della Sera, paragonandolo a Nurejev e Barishnikov, ma raramente mancano gli aggettivi «controverso», «iconoclasta», «autodistruttivo», e «punk». Polunin, infatti, ha definito il presidente russo Vladimir Putin «la mia luce». Un’ammirazione a parole che si è tradotta in fatti con i tatuaggi del volto dello zar che gli campeggiano sul petto. Assieme a Putin, poco più in basso, c’è il «sole nero», la runa che Heinrich Himmler, la mente dietro l’Olocausto, ha usato per i pavimenti del proprio palazzo. Polunin sta cancellando i tatuaggi con il laser. «Voglio essere pulito», ha dichiarato. Ma ci vorrà ancora un paio d’anni. Quello che non si può cancellare sono le sue dichiarazioni controverse. Negli anni, Polunin ha detto che «i ciccioni» vanno «schiaffeggiati» e che le donne «sono fuori controllo perché non le scopa più nessuno». Difficile stupirsi se quando è stato chiamato per due serate al teatro degli Arcimboldi di Milano – il 28 e il 29 gennaio – è partita la mobilitazione per farle annullare.
Lo spettacolo a rischio
Dovrebbe interpretare lo spettacolo Rasputin – Dance Drama. «Ma stiamo considerando di cancellare», ammette il direttore Gianmario Longoni. A confermarlo anche un post sul profilo Instagram ufficiale del teatro: «Pur credendo nella libertà di espressione e nell’apoliticità dell’arte, la direzione del Teatro Arcimboldi di Milano in questi giorni sta lavorando alla sospensione delle repliche del balletto Rasputin – Dance drama, con il danzatore Sergei Polunin, annunciato in cartellone dal dicembre 2019». Sotto il post, non si contano i messaggi di protesta. Ma anche di chi lo difende: «Basta che faccia bene il proprio lavoro». Pochi giorni fa il direttore del teatro aveva rifiutato l’ipotesi di un annullamento: «Lo spettacolo era programmato dal 2019, poi è stato spostato più volte», anche a causa di infortuni del ballerino. «Ma ora abbiamo una sala di biglietti venduti, e per rispetto di chi li ha comprati confermeremmo. Anche il cachet di Polunin è già stato versato, sarebbe un disastro abdicare», ha spiegato Longoni.
L’anti Bolle
Sergei Polunin è nato a Cherson, nel cuore dell’Ucraina invasa dai russi. Ma da anni si è schierato a favore di Putin. Vive tra Mosca e Belgrado ed sposato con la l’olimpionica russa di danza su ghiaccio Elena Il’inych. Artisticamente, racconta Il Giorno, è cresciuto al Royal Ballet di Londra. C’è chi lo paragona a Roberto Bolle, l’altro grande nome del balletto di questi anni. Ma i due sono molto diversi, uno è visto come un angelo, l’altro come un diavolo. Polunin è un danseur noble, perfetto per interpretare il principe ne Il Lago dei Cigni.
Leggi anche:
- Proteste alla Scala, la Comunità ucraina di Milano UaMi prende le distanze da ogni forma di «cancel culture»
- Prima della Scala, la protesta degli ucraini contro Boris Godunov: «Favorisce la propaganda di Putin»
- «Boicottate la cultura russa finché c’è la guerra», Kiev insiste: nel mirino anche la Prima della Scala a Milano