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Assemblea Juve, rispunta Luciano Moggi. Difende Agnelli e gli regala una chiavetta con i file di Calciopoli

27 Dicembre 2022 - 13:02 Simone Disegni
La plenaria degli azionisti approva il bilancio 2021/22 della società: rosso per oltre 238 milioni di euro

C’era anche Luciano Moggi all’assemblea degli azionisti della Juventus – l’ultima dell’era-Agnelli – che oggi a Torino ha approvato il travagliato bilancio 2021/2022, chiuso con una perdita di esercizio di oltre 238 milioni di euro. L’ex direttore generale del club bianconero – passato dalle stelle dei successi internazionali con Marcello Lippi in panchina alle stalle giudiziarie di Calciopoli – ha preso la parola, tra gli applausi della sala, in qualità di azionista della società. «La Juventus ha sempre vinto sul campo, mai rubato niente a nessuno», ha rivendicato nel suo intervento, in una difesa dell’operato della sua dirigenza, ma anche di quella di Andrea Agnelli. «Non tengo conto di quello che leggo», ha detto Moggi rivolgendo il pensiero all’inchiesta in corso sulle plusvalenze della Procura di Torino, e al relativo fascicolo riaperto dalla Figc. «E ringrazio Andrea Agnelli: nove scudetti non si vincono con facilità. Chi sta dentro sa le difficoltà che si devono superare per vincere». «La società però – ha osservato ancora l’ex dirigente Juve – non si è mai difesa, o non ha saputo difendersi o ha lasciato cadere tutto quello che le veniva gettato addosso, per questo è diventata un giocattolo in mano a tanti, soprattutto ai media». «Se è vero che è stato riaperto il caso plusvalenze perché pensano di avere trovato cose nuove, allora dovrebbe essere riaperto anche Calcioopoli perché è una ferita che non si rimargina né per noi né per la Juventus», ha attaccato ancora Moggi. Quindi, alla fine dell’intervento, il colpo di teatro di “solidarietà” al presidente uscente: Moggi ha consegnato ad Andrea Agnelli una scatola regalo con dentro una chiavetta Usb contente i file relativi a Calciopoli. «Siamo stati indicati come colpevoli di cose che avevano fatto altri», la “didascalia” polemica del gesto.

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