Femminicidio a Trapani, il marito: «Mi ha detto che voleva andare via di casa per sempre. Lì ho visto un fantasma»
«Abbiamo discusso per alcuni minuti e lei mi ha ribadito che se ne sarebbe andata da casa per sempre, accontentandosi di vedere i bambini per un’ora a settimana. In quel momento ho visto un fantasma». Così ha risposto alle domande del gip l’ex pescatore Ernesto Favara, accusato di aver ucciso a coltellate la moglie 29enne Maria Amatuzzo nella loro casa di Marinella di Selinunte (Trapani), il giorno della vigilia di Natale. All’arrivo dei carabinieri presso l’abitazione della coppia, dove è avvenuto l’omicidio, l’uomo è stato trovato con l’arma ancora in mano. Questa mattina, 27 dicembre, si è svolto l’interrogatorio al Tribunale di Marsala. Il 63enne, assistito dal legale Margherita Barraco, ha ricostruito cosa sarebbe successo quel giorno e ha ripercorso gli attriti tra i due che andavano avanti da ormai diversi mesi. «Dal 27 agosto era andata via da casa più volte», ha spiegato Favara al gip Sara Quittino. La giudice per le indagini preliminari Sara Quittino, del tribunale di Marsale, ha quindi convalidato l’arresto nei confronti di Favara, che rimane in carcere.
La ricostruzione del giorno dell’omicidio
Il 63enne ha riferito che il giorno prima, venerdì 23 dicembre, era stato alla comunità di alloggio – dove si trovano attualmente i figli – per donare i regali di Natale. Il giorno seguente, attorno alle 13, ha parlato nuovamente con i figli, ma al telefono. Il pomeriggio, mentre lui era in casa, sarebbe tornata la moglie con la quale è nata una discussione che sarebbe poi sfociata nel delitto. Stando a quanto accertato dal medico legale nella prima ispezione, effettuata nei giorni scorsi, il corpo della donna ha riportato 12 ferite all’addome, probabilmente provocate da un grosso coltello da cucina. Il fratello di Favara, Antonino, subito dopo l’assassinio di Maria Amatuzzo, ha raccontato di aver sentito delle urla e – affacciandosi dal balcone – di aver visto Ernesto con un coltello in mano.