Flat tax, i conti in tasca agli autonomi: fino a 8mila euro di tasse in meno. Ma è allarme finte partite Iva
Un risparmio sulle tasse fino a 8mila euro, con un fatturato annuo di 75mila euro. Questo è il calcolo dei guadagni di un elettricista medio che godrebbe della flat tax, il regime forfettario di cui il governo Meloni è promotore fin dalla campagna elettorale e che, presente nel testo della nuova manovra economica, tra poche ore potrebbe essere approvato in maniera definitiva in Senato. L’Osservatorio Conti Pubblici Italiani comincia a calcolare nella pratica i profitti di questa riforma fiscale, che come è noto porterebbe dagli attuali 65mila a 85mila euro le attuali cinque aliquote IRPEF e i cinque scaglioni di reddito, per introdurre un’aliquota unica (ecco perché “piatta”) al 15% per persone fisiche e società.
La simulazione
La simulazione effettuata dall’Osservatorio prende come esempio la figura professionale di un elettricista e quella di un consulente informatico. Entrambe con un fatturato annuo ipotizzato a 75mila euro e tutti e due beneficiari di un risparmio fiscale. Il calcolo evidenzia sì vantaggi per i lavoratori autonomi, ma mette in guardia dal costo della riforma Meloni intanto in termini di equità. L’Irpef nasce sì come imposta generale sui redditi che quindi porta a pagare di più chi effettivamente guadagna di più. Ma da tempo intercetta il solo lavoro dipendente e i trattamenti pensionistici. Due voci che rappresentano ormai l’85% della base imponibile. «Questo non fa altro che consolidare la tendenza a sottrarre gran parte dei redditi dei lavoratori autonomi alla progressività del tributo Irpef», sottolinea il monitoraggio. L’Osservatorio poi individua ulteriori pericoli che la riforma fiscale comporterebbe alle tasche dei lavoratori e al sistema economico generale italiano. Ma prima di evidenziarli, è bene quantificare guadagni e risparmi delle due figure prese in considerazione.
Dai 5.000 agli 8.000 euro di risparmio di tasse all’anno
Per autonomi e partite Iva la tassa piatta prevista dal governo Meloni è estesa ai redditi fino a 85mila euro. La flat tax incrementale è al 15% con una franchigia del 5% e un tetto massimo di 40mila euro. Come si traduce tutto questo per un lavoratore autonomo italiano? L’Osservatorio prova a fare i conti in tasca a un elettricista medio e a un consulente informatico.
Elettricista
Con Regime Ordinario
- Fatturato annuo: 75.000 euro
- Costi: 10.500 euro
- Reddito imponibile, dopo contributi previdenziali: 47.582 euro
- Reddito netto, dopo Irpef, detrazioni e addizionali: 32.310 euro
- Totale imposte e contributi: 32.190 euro
Con Flat Tax
- Fatturato annuo: 75.000 euro
- Costi forfettari: 10.500 euro
- Reddito imponibile dopo contributi previdenziali: 47.582 euro
- Reddito netto dopo flat tax al 15%: 40.444 euro
- Totale imposte e contributi: 24.056
Se dipendente
- Costo azienda: 64.500 euro
- Reddito imponibile dopo contributi carico azienda e lavoratore: 44.368 euro
- Reddito netto dopo detrazioni, Irpef e addizionali: 30.791 euro
- Totale imposte e contributi: 33.709 euro
Consulente informatico
Con Regime Ordinario
- Fatturato annuo: 75.000 euro
- Costi: 24.750 euro
- Reddito imponibile, dopo contributi previdenziali: 37.069 euro
- Reddito netto, dopo Irpef, detrazioni e addizionali: 26.161 euro
- Totale imposte e contributi: 24.089 euro
Con Flat Tax
- Fatturato annuo: 75.000 euro
- Costi forfettari: 24.750 euro
- Reddito imponibile dopo contributi previdenziali: 37.069 euro
- Reddito netto dopo flat tax al 15%: 31.509 euro
- Totale imposte e contributi: 18.741 euro
Se dipendente
- Costo azienda: 50.250 euro
- Reddito imponibile dopo contributi carico azienda e lavoratore: 35.159 euro
- Reddito netto dopo detrazioni, Irpef e addizionali: 25.994 euro
- Totale imposte e contributi: 24.256 euro
I rischi: «Crescita del fenomeno delle “finte partite Iva” e crisi totale dell’impresa»
Oltre alla la tendenza a sottrarre gran parte dei redditi dei lavoratori autonomi alla progressività del tributo Irpef prima citata, l’Osservatorio evidenzia due ulteriori pericoli. Il primo è dato dall’espansione del forfettario che può «incentivare l’impresa a puntare su semplici collaborazioni con i lavoratori autonomi» piuttosto che su un rapporto di lavoro dipendente. Il rischio che si corre è quello di dare un’ulteriore spinta «al fenomeno delle finte partite Iva». Ma c’è altro. Un regime forfettario diffuso, che quindi copre una fascia così ampia di lavoratori autonomi, secondo la valutazione dell’Osservatorio, «incoraggerà una società di professionisti a scindersi per usufruire dei benefici fiscali garantiti dal forfettario». L’altro rischio in questo modo sarà quello di «una crisi totale del modello virtuoso dell’impresa». E almeno formalmente, «perderebbe quota il soggetto in grado di sfruttare economie di scala e di scopo che sono precluse ai lavoratori quando agiscono singolarmente».
«Seri problemi di equità e vantaggi eccessivi»
In ultimo l’Osservatorio evidenzia un effetto distorsivo che la riforma fiscale creerebbe tra i dipendenti. Come si evince dal calcolo effettuato e dalle cifre riportate negli elenchi puntati in alto, il regime forfettario assegna evidenti vantaggi, sia all’elettricista e sia al consulente informatico autonomi rispetto ai loro colleghi che lavorano in azienda. «Un elettricista forfettario pagherebbe oltre 6.500 euro di imposte in meno rispetto a un elettricista assunto da un’impresa, con un reddito maggiore di quasi 10 mila euro (al netto di tutte le imposte e i contributi», spiega il monitoraggio. E ancora: «Un consulente informatico forfettario risparmierebbe oltre 3.600 euro di imposte rispetto al suo clone assunto nell’impresa, con un reddito di circa 5.500 euro maggiore (sempre al netto di tutte le imposte e contributi)». Certamente il lavoratore autonomo non gode dei tanti paracadute che proteggono chi in azienda, «eppure, pur valutando i maggiori rischi che corre, la flat tax sembra davvero assegnare un vantaggio eccessivo al lavoratore autonomo, sollevando problemi seri di equità di trattamento».
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