Ventimiglia, bimbo ferito in strada: si costituisce il compagno della nonna. Il padre: «Deve marcire»
È indagato in stato di libertà per lesioni gravissime il compagno della nonna del bimbo di 6 anni trovato in gravi condizioni in via Gallardi, a Ventimiglia, lo scorso 19 dicembre. L’uomo è stato a lungo interrogato dal pubblico ministero Maria Paola Marrali per capire se è stato lui a picchiare il piccolo, attualmente ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Gaslini di Genova. Anche la nonna è stata ascoltata dagli inquirenti, ai quali ha riferito di non aver visto l’episodio. Ma non si esclude che possa essere indagata per favoreggiamento. L’uomo si è presentato in commissariato di Ventimiglia questa mattina, 28 dicembre, rendendo dichiarazioni spontanee assieme al suo avvocato. Il piccolo quel giorno aveva riportato fratture a otto vertebre e a un braccio, lesioni alla milza e aveva un polmone collassato.
La dinamica dei fatti
La mattina del 19 dicembre il bambino era stato affidato alla custodia della nonna e del suo compagno. La coppia ha poi riferito che quel giorno hanno perso di vista momentaneamente il piccolo, a causa di una distrazione, e per poi ritrovarlo vicino casa, in strada, ferito. A raccogliere il bambino – secondo il loro racconto – era stato proprio il compagno della nonna che lo aveva portato in auto sul luogo di lavoro del padre, a circa 2 chilometri di distanza. In quell’occasione il compagno disse che il bimbo era stato investito da un’auto pirata, ma le telecamere della zona lo smentirono. Così il cerchio si è stretto attorno alla coppia e oggi il compagno che si è costituito.
Il padre: «Deve marcire lentamente. Che coraggio»
«Non riesco a darmi pace. Non posso sopportare che al mio bambino sia stato fatto tutto questo. Ha avuto anche la faccia di venirmi a dirmi in ospedale forza! Deve marcire lentamente». Sono queste le parole del padre del bambino. Sul suo profilo Facebook aggiunge: «Dove hai trovato il coraggio di commettere un gesto simile, se questa è la verità! Figlio mio, sto lottando con tutto me stesso per te, per i tuoi diritti, per la tua dignità».
Foto di copertina da archivio