Ginnastica, indagata per maltrattamenti la direttrice tecnica di Desio e la sua assistente
Emanuela Maccarani, direttrice tecnica dell’Accademia internazionale di ginnastica ritmica di Desio, e la sua assistente Olga Tishina sono indagate dalla Procura di Monza per presunti comportamenti vessatori e abusi psicologici nei confronti di alcune giovani atlete, tutte minorenni all’epoca dei fatti. Maccarani, sospesa dalla Federazione, quando la notizia delle prime denunce trapelò sulla stampa, inviò ai colleghi un messaggio Whatsapp, per difendere la sua posizione e metterli in guardia – come aveva specificato la Federginnastica in una nota inviata a Open il 14 novembre scorso – «da eventuali manipolazioni». Le indagini, partite dalle testimonianze delle ginnaste e rese note dal Procuratore della Repubblica di Monza Claudio Gittardi, sono orientate ad accertare imposizioni relative al consumo di cibi e bevande, controlli vessatori del peso corporeo e altre presunte umiliazioni subite dalle atlete. Già lo scorso 14 novembre, dopo le denunce di diverse giovani atlete riportate dai media, la Procura aveva sentito due ex ginnaste dell’Accademia di Desio. In quell’occasione, secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, le ragazze avrebbero confermato la versione già riferita a diversi quotidiani, scendendo in dettagli. Avrebbero raccontato il contesto nel quale gli abusi si sarebbero verificati, in particolar modo le umiliazioni per il loro aspetto fisico e un controllo esasperato del peso, la durata e reiterazione nel tempo degli abusi e il profilo di chi li commetteva.
«Dalla Federazione nessuna sospensione per i tecnici»
Dopo la notizia dell’apertura del fascicolo da parte della procura di Monza nei confronti della direttrice tecnica dell’Accademia internazionale di ginnastica ritmica di Desio e della sua assistenza per presunti maltrattamenti su ex atlete, l’associazione «ChangeTheGame» di Milano – che sostiene alcune delle ginnaste che hanno denunciato gli abusi – ha espresso preoccupazione «per la mancanza di misure di sospensione» nei confronti delle indagate. Tramite nota, l’associazione ha dichiarato di «confidare nella giustizia perché sia fatta piena luce riguardo agli abusi e violenze perpetrati su giovanissime atlete», ma allo stesso tempo ha ribadito la necessità di un’azione da parte della Federazione, al fine – si legge – di «dare un segnale importante da parte della Federazione Ginnastica d’Italia e per tutte le atlete, le ex atlete, le mamme e i papà che coraggiosamente hanno deciso di rendere testimonianza e denunciare». Infine, l’associazione milanese ha sottolineato come il problema non coinvolga solo «solo gli istruttori e le istruttrici ma un sistema ampio e capillare che, in ogni parte d’Italia, ha reso possibile la normalizzazione della violenza».
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