Modena, neonati scossi per fermare il pianto: indagati i genitori per maltrattamenti
A Modena due neonati sono finiti in ospedale dopo essere stati “scossi” dai genitori per farli smettere di piangere. In uno dei due casi, registrati al Policlinico della provincia emiliana, la vittima di cinque mesi avrebbe riportato danni cerebrali. Per entrambi i neonati, la causa dei traumi è riconducibile alla cosiddetta Shaken baby syndrome, ovvero lo scuotimento violento del neonato per interromperne il pianto. Secondo il direttore di Pediatria del Policlinico, Lorenzo Lughetti, citato da il Resto del Carlino, il «lattante – in questi casi – ha l’incapacità di controllare il capo e questi movimenti ripetuti possiamo correlarli a quando noi siamo tamponati in auto; sono come decine di tamponamenti che il bambino subisce; si “strappano” delle vene a ponte a livello cerebrale e vi è un sanguinamento. Il bambino – continua – cessa di piangere ma cessa di piangere perché in realtà è andato in coma. Questo abbiamo riscontrato nella pratica clinica degli ultimi anni ed è un cosa a cui i genitori, soprattutto i nuovi genitori, devono stare attenti; non si scuote mai un bambino», ha concluso.
La Shaken Baby Syndrome
Nel frattempo, la procura di Modena – che indaga per maltrattamenti – ha aperto due fascicoli con ipotesi di reato: in tutti e due i casi gli indagati sono i genitori dei piccoli che sono già stati allontanati dai figli. Alla sindrome del bambino scosso si deve anche aggiungere quello dei bambini maltratti o non adeguatamente curati. Si stima infatti che in Italia l’1% degli accessi ai pronto soccorso dei neonati sono legati a comportamenti di trascuratezza da parte dei genitori, oppure cure inadeguate ai bisogni degli stessi. «Anche questi sono casi – spiega Lughetti – che purtroppo riscontriamo anche a Modena. Vi è una differenza sostanziale tra la trascuratezza e il maltrattamento fisico, ma la prima può essere il prodromo del secondo. Un bambino trascurato, vestito con abiti non idonei, un bambino sporco, mostra una carenza di attaccamento da parte dei tutori o genitori e quindi è un soggetto più a rischio anche di maltrattamenti». Per il primario in aumento sono i ricoveri dovuti a problemi psichiatrici nei bambini, come le psicosi acute: «Nel 2018 i ricoveri per questi tipi di problemi erano soltanto cinque, ora sono una ventina». «Famiglie disgregate – conclude il pediatra– la situazione economica difficile e lo stress stesso che la pandemia ha provocato in tutti noi sono elementi sensibili per inquadrare gesti che normalmente non vengono messi in pratica».
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