I numeri clamorosi dietro il mito di Pelé: oltre 1000 gol in una carriera irripetibile
Sono state 1.281 le reti segnate da Pelé in carriera, tre i Mondiali vinti, mai nessuno come lui. Dietro il mito del campione ci sono anche i numeri che hanno reso la sua carriera da calciatore prima e da personaggio planetario per tanti aspetti irripetibile che ha segnato per sempre il mondo del calcio. Già la quantità di premi per quanto ha regalato in campo la dicono lunga: Edson Arantes do Nascimento è stato premiato come Calciatore del Secolo per la Fifa, per il Comitato Olimpico Internazionale e per l’International Federation of Football History & Statistics (Iffhs), Pallone d’oro Fifa come miglior giocatore del secolo scorso, e anche Pallone d’oro Fifa onorario, cioè alla carriera.
I titoli
In Brasile con il Santos, per vent’anni la sua squadra fino al 1975, ha vinto 10 volte il campionato Paulista, 6 Campeonato Brasileiro Série A, 4 il Torneo San Paolo, 5 la Coppa del Brasile, la Taça Brasil. In bacheca aveva anche due coppe Libertadores, due Coppe Intercontinentali e una Supercoppa. Quando è volato a New York per giocare con i Cosmos, Pelé ha vinto campionato Nasl, aprendo i primi grandi varchi nel muro dello scetticismo statunitense per il soccer. Negli Usa si è ritirato nel 1977, dopo aver giocato accanto a Franz Beckenbauer e Giorgio Chinaglia. Con la maglia del Brasile ha conquistato tre Mondiali di calcio: nel 1958, nel 1962 e nel 1970. Le statistiche Fifa riconoscono a Pelé il record di reti in carriera: 1.281 gol in 1.363 partite. In partite ufficiali ha firmato 757 marcature in 816 gare, con una media di 0,93 gol a partita. Nella nazionale verde-oro ha giocato 92 gare e segnato 77 reti.
Cinema e politica
Pelé può vantare anche una indimenticabile passaggio nel cinema, con l’interpretazione nel film Fuga per la vittoria del 1982 di John Huston. In quella pellicola, O Rey segnò la rete decisiva per la squadra dei prigionieri dei nazisti, un gol spettacolare in rovesciata. Ha avuto modo anche di fare un’incursione in politica, quando è stato chiamato a fare il ministro dello Sport dal presidente brasiliano Fernando Henrique Cardoso dal 1995 al 1998. Fu sua la legge che abolì il “cartellino” dei giocatori: un provvedimento che ancora oggi porta il suo nome.
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