Ratzinger, la voce sparita da mesi e l’ipotesi dimissioni anche per Papa Francesco
Joseph Ratzinger vive dal ormai nove anni nel monastero Mater Ecclesiae, dentro la Città del Vaticano. L’ex pontefice si è ritirato dopo la rinuncia al papato che risale all’11 febbraio 2013. Con lui l’arcivescovo Georg Gaenswein e quattro «memores domini», laiche consacrate di Comunione e Liberazione. E da mesi ormai non parla più: a dispetto della sua lucidità, non riesce ad articolare le parole. Mentre le voci sui suoi problemi respiratori circolano da prima di Natale: per questo ieri Papa Francesco ha invitato a pregare per lui. E ieri è andato in visita al suo capezzale. Ma se le notizie di questi giorni dipingono un papa emerito pronto a concludere il suo «pellegrinaggio verso casa», come scrisse in una lettera di qualche tempo fa, c’è chi ipotizza che la sua dipartita potrebbe portare a un’altra rinuncia al papato. Quella di Jorge Mario Bergoglio.
Il dualismo e le due chiese
Da quando Bergoglio è salito al soglio pontificio infatti si è sempre parlato di un suo dualismo con il Papa emerito. Il Corriere della Sera ricorda oggi che Ratzinger spesso è stato strumentalizzato dagli anti-Bergoglio in seno alla Chiesa. Piano piano si sono formate due tifoserie. Contro la stessa volontà di Francesco e Benedetto. Negli ultimi mesi il conflitto si è in qualche modo spento. Proprio mentre Benedetto XVI perdeva la voce. Ma, spiega oggi Massimo Franco, quando Benedetto morirà potrebbe ravvivarsi. Insieme alle voci di dimissioni di Papa Francesco. Bergoglio ha fatto sapere di averle già preparate in caso di malattia. Ma una volta scomparso il papa emerito anche Francesco potrebbe rinunciare al papato. Non lo ha fatto prima proprio perché due papi dimissionari sarebbero troppo anche per il Vaticano. Ma il suo piano potrebbe avere un’accelerazione proprio in conseguenza della morte di Benedetto XVI.
La sepoltura
Intanto il Papa emerito ha già indicato nel 2020 il luogo dove vuole essere sepolto. L’AdnKronos fa sapere che ha scelto la tomba che fu di Giovanni Paolo II, nella cripta di San Pietro. Tomba che è libera perché l’urna e i resti di Wojtyla sono stati trasferiti in una cappella vicino alla Pietà di Michelangelo dopo la sua canonizzazione. E i funerali? Potrebbe essere lo stesso Bergoglio a presiedeli. Spiega il liturgista don Claudio Magnoli, consultore della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti: «Dal punto di vista liturgico, credo che quando avverranno le esequie verrà utilizzato sostanzialmente il rituale che si prevede per le esequie dei Papi dal momento che con Ratzinger parliamo di un Pontefice. La differenza sostanziale rispetto a quando muore un Papa è che probabilmente potrebbe presiederle il Papa regnante, dunque Bergoglio. Mentre invece quando c’è la morte di un Papa è il decano dei cardinali a presiedere».