Maxi-sequestri di botti di Capodanno: dalla «Bomba Kvara» a Napoli al «Pallone di Messi» a Cagliari
Quintali di fuochi d’artificio illegali, venduti per Capodanno, sono stati sequestrati in diversi Comuni italiani da parte delle forze dell’ordine. In primo piano c’è Napoli, dove gli abusivi ogni anno preparano botti di ogni tipo e misura, ribattezzandoli con nomi legati al club azzurro di calcio. «A Napoli scaramanzia e speranza di festa uniscono calcio e botti di Capodanno», spiega il luogotenente dei Carabinieri del capoluogo campano, impegnato coi colleghi ad arginare la mania dei botti nelle piazze e sui balconi che molto spesso porta a ferimenti e tragedie. «Quest’anno abbiamo sequestrato anche bombe fino a tre chili di materiale esplosivo, che possono essere letali», come ad esempio la cosiddetta «Bomba Kvara – che prende il nome dal calciatore georgiano Kvaratskhelia – da tre chili», fatta esplodere, spiega il carabiniere, «dopo il sequestro, provocando un cratere di un metro in una cava. Se chi la accende è a dieci metri o meno di distanza rischia davvero la vita». Nel frattempo, gli agenti della compagnia di Sorrento hanno arrestato per detenzione illegale di materiale esplosivo un 34enne incensurato. Dopo aver perquisito il bar di cui l’uomo è proprietario, i carabinieri hanno trovato più di 14 chili di esplosivo, rendendo obbligatorio l’intervento degli artificieri di Napoli data l’elevata pericolosità degli ordigni.
«Il Pallone di Messi» a Cagliari e sequestri in tutte le Regioni italiane
C’è anche il «Pallone di Messi», dal nome del vincitore – insieme alla sua Argentina – dei Mondiali in Qatar, tra i botti sequestrati dalle forze dell’ordine. La new entry tra i fuochi d’artificio, che secondo gli agenti «può distruggere una stanza», è stata rinvenuta a Cagliari. Si tratta di un ordigno, spiegano i carabinieri, «grande come un pallone» e «capace di distruggere una stanza di casa». Ma non solo a Cagliari. In quasi tutte le città sono stati compiuti piccoli e grandi sequestri. A Palermo sono state tolte dal mercato illegale quattro tonnellate di botti, altre due nel casertano, e sequestri nelle ultime ore si sono registrati a Roma, Pescara, Lecce, Nuoro, Matera, Ascoli Piceno, Città di Castello, in Calabria e praticamente in tutte le regioni italiane.
Le ordinanze dei sindaci
Tante le ordinanze dei sindaci dei Comuni italiani che vietano l’utilizzo di fuochi d’artificio la notte di San Silvestro. A Potenza e Torino, ad esempio, i primi cittadini hanno previsto sanzioni fino a 500 euro nei confronti di tutto coloro che decideranno di utilizzare i botti. A Roma, invece, sarà vietato l’uso di fuochi d’artificio, razzi, petardi e materiale esplodente di altro tipo in occasione dei tradizionali festeggiamenti di fine anno, ad eccezione degli spettacoli pirotecnici svolti da professionisti autorizzati. «Una misura necessaria per garantire l’incolumità fisica delle persone, con particolare riguardo ai minori, nonché la tutela della pubblica sicurezza e del patrimonio pubblico e privato», ha spiegato Sabrina Alfonsi, Assessora all’Agricoltura, ambiente e ciclo dei rifiuti di Roma capitale. Stesso destino per Palermo e Pisa, mentre a Livorno l’amministrazione ha emanato un’ordinanza per vietare i botti nei luoghi pubblici, ovvero «in tutto il centro abitato è vietato gettare oggetti accesi o esplodere petardi in luoghi pubblici o aperti al pubblico o destinati a uso pubblico».
Il caso Milano
In altre città, invece ci si limita a delle raccomandazioni. Come a Milano dove si potranno scoppiare i botti di Capodanno e il Comune non potrà emettere nessuna ordinanza per ripristinare il divieto. A settembre il Tar ha accolto le richieste dei commercianti venditori di fuochi d’artificio, che protestavano contro i provvedimenti presi all’amministrazione Sala per favorire la qualità dell’aria votati nel 2020. Tuttavia, l’amministrazione ha emesso il divieto relativo alla vendita per l’asporto di superalcolici (con una gradazione che superi i 21 gradi) e di bevande in contenitori di vetro e lattine. Si tratta «di un modo per tutelare l’ambiente urbano e la sicurezza e contro il degrado generato dalla presenza di tante persone», ha spiegato palazzo Marino.