«Abusata, manipolata, poi costretta ad abortire». Il cantante degli Aerosmith denunciato per presunte violenze commesse negli anni ’70
Una donna ha fatto causa al frontman degli Aerosmith Steven Tyler, accusandolo di averla molestata e violentata sessualmente negli anni ’70, quando la donna, ora sessantacinquenne, aveva 16 anni. Julia Holcomb Misley aveva più volte parlato dei presunti abusi di Tyler, ma ora, grazie a una modifica della legge californiana – riporta il Guardian – le è possibile citarlo in giudizio al tribunale di Los Angeles. «Dato che so di non essere l’unica ad aver subito abusi nell’ambito dell’industria musicale, penso che sia arrivato il momento di far sentire la mia voce», ha dichiarato la Misley. La donna ha aggiunto che il suo obiettivo è «rendere l’industria musicale più sicura, esporre i predatori sessuali di quell’ambiente e soprattutto portare alla luce quelle forze che hanno consentito e creato una cultura nell’ambito della quale tutto sembra permesso». Nella denuncia della donna, Tyler non viene citato esplicitamente, ma tramite alcuni passaggi della sua autobiografia del 2011, nella quale il cantante descriveva la sua relazione sessuale con una sedicenne conosciuta dopo un concerto nel 1973. Tra gli stralci menzionati anche quello in cui Tyler spiega di aver chiesto la custodia legale della ragazza ai suoi genitori «in modo da non essere arrestato se la dovessi portare in un altro Stato».
L’incontro
Nella denuncia si legge che il frontman degli Aerosmith e la ragazza si incontrarono dopo un concerto a Portland, nel 1973, quando lei aveva appena compiuto 16 anni. Tyler portò la ragazza in un hotel e lì «compì diversi reati a sfondo sessuale» prima di prenotarle un taxi che la riaccompagnasse a casa. In seguito – continua la denuncia – Tyler l’avrebbe invitata a un altro concerto, pagandole anche i biglietti aerei per viaggiare separata da lui, dato che la rock star all’epoca era già maggiorenne e sarebbe tato illegale. «Lo stesso schema di condizionamento, manipolazione e abusi sarebbe andato avanti per tre anni in diversi Stati degli Usa».
Mi ha costretta ad abortire
Nel 1975 Misley rimase incinta, ma Tyler, che sarebbe dovuto essere padre e tutore legale del bambino le avrebbe detto di non aspettarsi da lui nessun impegno genitoriale dato che sarebbe «finito nei guai con i dottori». Mentre era incinta, Misley rimase intrappolata in un edificio in fiamme ed ebbe problemi di salute a causa dell’inalazione dei fumi. In seguito all’evento, Tyler l’avrebbe costretta ad abortire, continua la denuncia, causandole traumi durati anni.
La descrizione nel libro
La donna è oggi un’attivista che si batte contro l’aborto. Nella sua autobiografia, Tyler la descrive così. «La mia brutta personalità aveva 26 anni, mentre lei aveva appena l’età per guidare ed era una favola. Mi innamorai pazzamente di lei». Il passaggio viene contestato da Misley, che non accetta di essere descritta in maniera così esplicita nel libro.
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