Brusaferro: «Perché anche con le nuove varianti ora siamo preparati»
Bisognerà mantenere un occhio di riguardo per le persone anziane e i fragili, attraverso la mascherina nei luoghi affollati e il vaccino, ma per questo capodanno «non c’è ragione di preoccuparsi e di rinunciare a programmi di vacanze». Lo assicura Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS). Intervistato dal Corriere della Sera, dipinge un quadro rassicurante: «I casi di positività stanno scendendo. I ricoveri in ospedale sono stabili nei reparti di terapia intensiva mentre si stanno riducendo nelle aree mediche». La «maggiore serenità» con cui siamo adesso in grado di affrontare il futuro, spiega, è dovuta a «una copertura immunitaria piuttosto alta. La popolazione è bene immunizzata, perché ha ricevuto le dosi o per aver contratto l’infezione». Quando poi la vaccinazione si combina a una pregressa infezione, si ottiene la cosiddetta immunità ibrida, altamente protettiva. «Si è visto che, assieme ai cicli completi di vaccinazione, garantisce la massima protezione contro l’infezione da Sars-CoV-2», spiega il presidente dell’Iss.
Le varianti non spaventano
I risultati del sequenziamento del virus, prosegue, non hanno partorito segnali di «nuove varianti capaci di destare timori, al momento»: «La rete di sorveglianza italiana, collegata a quella internazionale, sta rilevando sottotipi della variante Omicron, che circola in Italia da circa un anno. Niente di nuovo, finora, per noi». Anche la sotto variante Gryphon, conosciuta come BXX, che nel corso del 2021 ha colpito duramente gli Stati Uniti, a detta di Brusaferro non dovrebbe allarmare: «Questo ceppo è stato segnalato già da qualche tempo a livello internazionale e anche da noi è stato isolato. Appartiene alla famiglia del virus Omicron ed è in fase di studio l’impatto che potrebbe avere dal punto di vista sanitario. Da noi comunque la copertura immunitaria è elevata e non dobbiamo scordare che i nuovi vaccini disponibili contengono anche la variante Omicron oltre a quella originaria di Wuhan».
La quarta dose e i vaccini anti-influenzali
Il miglioramento, dunque, è da imputare prevalentemente ai vaccini: per questo, ricorda Brusaferro, non va sottovalutata l’importanza della quarta dose. «Purtroppo non si è ben compresa l’importanza di ripetere una dose di richiamo a quattro mesi dall’ultima dose o dall’infezione naturale, come raccomandato alle persone anziane e fragili – commenta – Questo semplice gesto ci mette al riparo soprattutto dal rischio di sviluppare forme di Covid gravi». E l’attenzione deve riguardare non solo i vaccini contro il Coronavirus, ma anche quelli influenzali: «La stagione non è finita, siamo nel mezzo. Anche in questo caso devono proteggersi anziani e fragili», sebbene anche in questo caso «la curva dell’epidemia sembra mostrare cenni di discesa».
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